Un tuffo nel passato (parte 3)

16 1 3
                                    


Il principe galoppava in sella al proprio cavallo nei pressi del fiume. Ricordava bene la grotta in cui andava sempre a ripescare l'amica quando erano piccoli. 

Dalla cima di una duna si fermò ad osservare una figura di spalle dai capelli castani. L'aveva trovata.

Il cuore si sentì subito più leggero, come se un grosso macigno fosse improvvisamente sparito. Non poteva permettersi di perderla, era troppo importante. Scese da cavallo e percorse a piedi il sentiero che conduceva al fiume. Hikari sembrava non essersi accorta della sua presenza, troppo assorta nei suoi pensieri.

Arrivato ai piedi della duna, si bloccò. La luna le illuminava le spalle rendendo ancora più brillante il vestito bianco che indossava, evidenziando le curve del suo corpo. Era bellissima. Continuare a negarlo sarebbe stato inutile: era innamorato di lei. Fin da piccoli aveva sempre sentito la necessità di cercarla per giocare insieme. Crescendo, la necessità di vederla era diventato un bisogno primario, al pari del respirare. 

Ahimé, a causa dei numerosi impegni in qualità di principe, negli ultimi tempi le occasioni per incontrarla erano sempre meno, fatto che gli provocava un profondo senso di vuoto dentro di sé, che si colmava solo quando rivedeva il viso di Hikari.

Quella sera era andata a trovarla, non sopportando più la lontananza di quei giorni. Era uscito di nascosto da palazzo, evitando le guardie che lo tallonavano dalla mattina alla sera. Voleva fare con lei una lunga cavalcata in mezzo al deserto, come non ne facevano da tempo, ma non appena era arrivato nei pressi di casa sua, aveva avvertito uno strano senso di disagio. Quando poi la madre gli aveva raccontato della sua fuga, era rimasto sconvolto.

Il cuore aveva perso un battito e si era reso conto che una vita senza Hikari era inammissibile. Lui aveva tutta l'intenzione di dichiararsi, non importava cosa avesse avuto da dire il proprio padre, faraone d'Egitto. Per lei era disposto anche a rinunciare al titolo di principe e uscire dalla famiglia reale. Non avrebbe permesso a nessuno di allontanarli.

La sua unica paura era che lei non lo ricambiasse.

Mosse il piede sinistro in avanti, calpestando un rametto che si spezzò.

Hikari si girò di scatto, sorprendendosi di trovare il principe a pochi passi da lei. Come poteva essere lì? Il dubbio che i propri genitori fossero andati a palazzo per chiedere aiuto, la fece gelare sul posto. Se il principe era uscito senza il consenso del padre, il sovrano in quel preciso istante stava sbraitando reclamandone la testa castana. Sapeva di non andargli a genio, ci mancava solo di essere accusata di aver stregato il futuro re d'Egitto. E il sovrano ne era capace. Allo stesso tempo però, sentì un piacevole calore nel petto. Lui era venuto a cercarla. Era lì per lei.

- Cosa ci fai qui? - gli domandò sorpresa.

- Sono venuto per riportarti a casa, è troppo pericoloso andare in giro di notte da sola. Ero venuto da te, ma poi i tuoi genitori mi hanno detto cosa è successo e mi sono diretto qui. Sapevo che ti saresti rifugiata in questa grotta. Da piccola lo facevi sempre - le sorrise dolcemente.

Gli occhi del principe si fecero tristi, ripescando i ricordi di un'infanzia finita troppo presto a causa dei doveri che sin dalla nascita gli gravavano sulle spalle.

- Mi dispiace ma io non posso tornare -

Hikari abbassò lo sguardo e si strinse le braccia.

- Ma che stai dicendo?!- sbottò frustrato.

- Torna a palazzo - mormorò Hikari affranta.

- Se è per quello stupido torneo di ma... -

- Non è affatto stupido! - gli inveì contro.

La principessa d'EgittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora