I ricordi di Seto

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Il giorno dopo, Shyla si recò in un lussuoso hotel nei pressi del Cairo. Entrò nella hall e, dopo aver riferito alla reception il proprio nome, venne fatta accomodare in una piccola saletta privata con morbide poltrone bianche.

- Shyla, da quanto tempo -

- In effetti è passato qualche anno, Maximillion. Grazie per aver accettato di vedermi -

- Sono solo stupito dalla rapidità con cui tu sia arrivata qui - ammise con finta perplessità.

- Diciamo che ho usato un mezzo non convenzionale di viaggio -

- Lo immaginavo. Hai fame? Ho fatto preparare un piccolo aperitivo solo per noi, mi sembri piuttosto provata - notò preoccupato.

Shyla fu riconoscente della proposta. I due varchi che aveva aperto e l'esperienza al tempio di Nut l'avevano stremata.

Arrivò un cameriere con un carrello pieno di leccornie squisite e beveraggio a volontà. Più che un aperitivo per due, sembrava un pranzo per una decina di persone.

- Lo so, lo so, ho un po' esagerato, ma non potevo resistere a tutte queste delizie! - la anticipò Pegasus entusiasta.

Dopo essersi concessa un pasto in totale tranquillità, Shyla decise che era il momento di riprendere a fare discorsi seri.

- Che notizie hai? - gli domandò.

- Ho fatto quello che mi hai chiesto - iniziò Pegasus appoggiando il proprio drink sul coffe table.

- Ho telefonato a tutti i miei contatti nell'ambito archeologico, ma nessuno ha traccia della pietra della Dea -

La ex principessa si rabbuiò.

- Ieri una strana voce mi ha detto che ci sono più parti della pietra -

- Davvero? Credevo fosse un pezzo unico - rimarcò Pegasus.

- Sono stata io a forgiarla, ed era una sola. Con la mia morte avrebbe dovuto dissolversi -

All'improvviso un brutto presentimento prese forma nella sua mente.

- E se il mago restauratore ne fosse già in possesso? O di alcune sue parti? -

- Pezzo unico o no, non credo che ce l'abbia, al massimo ne avrà una parte. Perché in caso contrario si sarebbe già mosso - le fece notare.

- Hai ragione... - ormai non riusciva più a ragionare lucidamente. Ma Pegasus non poteva davvero comprendere la sua paura. I suoi poteri non erano più come quelli di un tempo, e non osava immaginare come sarebbe potuto finire uno scontro con il mago restauratore.

- Ah un'altra cosa - si ricordò, ed estrasse dalla borsa una vecchia pergamena e la distese sul tavolo.

- Sono riuscita a recuperare questa vecchia mappa. Devo assolutamente trovare la mia tomba e, da quello che mi ha detto la mia amica Kisara, dovrebbe essere in questa zona. Non ti ho anticipato nulla per telefono per sicurezza -

Pegasus prese ad esaminare attentamente, confrontandola con una cartina più moderna recuperata dal portatile.

- Allora...questa zona è tutt'ora deserta, nessuna edificazione. Non credo nemmeno che sia stato fatto alcuno scavo. Scommetto che non vuoi rivelarne l'esistenza, dunque non sarà facile trovare persone che tengano la bocca chiusa. In ogni caso lascia fare a me -

- Quando l'avrai trovata, voglio esserci - asserì ferma.

- Dammi un paio di settimane, devo anche far scavare un passaggio sicuro -

- No, non serve. Tu trova il punto giusto, poi ci penso io. Qualche giorno sarà più che sufficiente -

- E va bene - sospirò rassegnato.

La principessa d'EgittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora