Una vecchia amica e un invito speciale

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- Fratellone hai una faccia, cosa è successo? - chiese Mokuba, non appena entrò in cucina per fare colazione la mattina seguente.

- E Shyla dov'è? - aggiunse.

- È uscita per fare una passeggiata - gli rispose in modo meccanico, fatto che non sfuggì al piccolo Kaiba.

- Dobbiamo preoccuparci? - domandò ad occhi bassi.

Sapeva che Seto era preoccupato per lei, e a dirla tutta nemmeno lui si sentiva tranquillo. Da quando era ritornata dall'Egitto sembrava un'altra persona.

- Mokuba, tu credi alla storia dello spirito del faraone all'interno del Puzzle? - gli domandò a bruciapelo.

Il piccolo Kaiba sgranò gli occhi sconcertato. Rimase fermo con il cucchiaio a mezz'aria, non sapendo come rispondere. Suo fratello, che credeva unicamente alla scienza, ai numeri e alla logica, abituato a declinare in nome di questa sua filosofia qualsiasi discorso che non avesse basi logiche, gli aveva appena chiesto cosa ne pensasse di uno spirito. A sapere che Shyla era in grado di farlo sorridere e scostarlo dal suo comportamento rigido, avrebbe dovuto chiederle di trasferirsi tempo addietro.

- Perché mi fai questa domanda? - trovò il coraggio di parlare.

- Lascia perdere, non importa - sbuffò Seto, finendo la tazza di caffè.

- Io credo che le nostre vite siano controllate da una forza misteriosa. Chiamala destino o come ti pare, per cui sì, sono convinto che lo spirito di qualcuno possa abitare nella piramide di Yugi - gli rispose sincero.


Mentre la limousine lo stava accompagnando alla sede della propria società, Seto ripensò alla nottata in bianco che aveva trascorso. Dopo aver riaccompagnato Shyla nella sua stanza, la mente aveva cominciato a mostrargli immagini che sembravano di un'altra vita. Avrebbe potuto ricondurre tutto allo stress o alla stanchezza, eppure riconosceva quei sogni e quelle immagini come propri. Forse c'era davvero qualcosa che andava al di là della ferrea logica.

- Vero Hikari? - mormorò guardando fuori dal finestrino.

- Ha detto qualcosa signor Kaiba? - domandò Roland.

- No, continua pure a guidare - gli rispose velocemente.

- Come desidera -


Shyla, nel frattempo, aveva deciso di fare una passeggiata nel parco. L'aria frizzante mattutina l'aiutava a riflettere meglio. Fissava meravigliata i ciliegi ancora in fiore, finché non notò una giovane coppia che spingeva nel passeggino il loro bambino. Si voltò nella direzione opposta e si allontanò.

- Shyla che ci fai qui? -

Riconobbe la voce di Yugi alle spalle e si guardò intorno come per cercare una via di fuga. Era diventata davvero patetica.

- Ciao Yugi! - lo salutò voltandosi con un finto sorriso.

- Ero passato a casa tua stamattina, ma non ho trovato nessuno - le riferì il suo amico.

- Alfred è partito per un viaggio d'affari per conto dei miei genitori e Seto si è offerto di ospitarmi-

- Seto si è offerto di ospitarti? - domandò stupito.

- Sì, è stato gentile da parte sua - ammise imbarazzata.

- Sono felice che voi due siate amici - le rivelò sincero.

- Lo so che non ti va di parlare di ciò che hai visto al tempio però... hai qualche indizio? -

Shyla ebbe la sensazione di ricevere un secchio di acqua gelata sulla faccia, ma soprattutto sul cuore. Le sembrava di avere una moltitudine di spilli di ghiaccio che pungevano sulle pareti del muscolo.

La principessa d'EgittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora