All'interno del puzzle

7 0 0
                                    

Nel giro di una settimana, con grande stupore dei medici, Shyla si riprese completamente. Persino lei si stupì della rapidità della propria guarigione, nonostante nell'antico Egitto Kisara fosse conosciuta come una delle più grandi curatrici, motivo per cui era stata presa di mira da persone poco raccomandabili. Il potere che le derivava dallo stretto legame che aveva con Drago Bianchi Occhi Blu andava al di là dell'immaginazione delle persone comuni.

In ogni caso, doveva concentrarsi su tutt'altro. Per esempio sul fatto che ci aveva quasi rimesso le penne nel duello contro Horas. La voce al tempio aveva dimostrato di aver ragione: necessitava del potere della pietra. Inoltre, quella mattina Kisara era passata a trovarla per informarla di essere riuscita a restringere il campo di ricerca per la sua tomba e che l'aveva comunicato a Pegasus. Un brivido le corse lungo la schiena. Avrebbe davvero visto la propria... mummia? Oppure no?

- Hikari -

La persona oggetto dei suoi pensieri era appena entrata.

- Come ti senti? -

-Sto bene, e per questo devo solo ringraziarti. E anche per non aver detto niente ai miei genitori e Alfred-

- Mi hai già ringraziata anche ieri -

- Non sarà mai abbastanza - le sorrise riconoscente.

- Niente dolori o affaticamento?- insistette.

Shyla saltò giù dal letto e aprì le braccia.

- Sto una meraviglia -

- Questo è un sollievo. Senti, sono venuta per quella questione... -

- La mia tomba, vuoi dire - concluse Shyla, mentre un'ombra ne oscurò il viso.

- Non devi andarci da sola e poi... - ma prima di finire la frase si guardò intorno - c'è qualcosa che ti sarà utile - terminò a bassa voce.

La ex principessa sollevò un sopracciglio e cercò di capire cosa intendesse l'amica... forse...

Se era davvero come pensava, le avrebbe buttato le braccia al collo.

- Tu non verrai con me, è escluso - le disse ferma.

- Hikari non è più tempo dei giochi. Se non vuoi me, allora il fara-

- Non ci pensare nemmeno - la interruppe - so cosa vuoi fare, ma no. Devo concentrarmi e non posso -

- Ma vi siete parlati in questi giorni? -

- Non si è mai fatto sentire - asserì.

- Siete una delle coppie più complicate che abbia mai visto - sospirò pesantemente l'albina.

- Io penso che sia meglio così -

- Stai mentendo - la rimbeccò, ma Shyla le lanciò un'occhiata gelida.

- Non sarò sola, promesso. E lasciamo perdere questo discorso -

Kisara la guardò con sguardo eloquente. Alla fine fece un profondo respiro.

- Come desideri -

L'indomani, il dottore si presentò per comunicare le dimissioni di Shyla entro al massimo un paio di giorni. Quell'uomo di mezza età, alto, moro e ben piazzato le stava simpatico. Gli occhi marroni, screziati da qualche pagliuzza dorata, e i lineamenti delicati del viso emanavano un calore umano che l'aveva sempre rassicurata in quei giorni passati tra le mura ospedaliere.

Quando questo uscì dalla stanza, Shyla si sentì più sollevata. Aveva trovato particolarmente terapeutico il parlare con lui.

Due colpi alla porta la destarono dai suoi pensieri.

La principessa d'EgittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora