Un tuffo nel passato (parte 7)

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Qualche giorno dopo la resa dei conti, Hikari fu chiamata nella stanza dove riposava il faraone.

- Mi avete fatta chiamare sire? - 

Il tono con cui pose la domanda fece trasparire il nervosismo.

- Come vanno le tue ferite? -

- Molto meglio grazie. Solo un po' dolorante, ma i guaritori dicono che mi sto riprendendo in fretta -

- Beato il corpo di voi giovani - sospirò Aknamkamon.

- In ogni caso ti ho fatta chiamare perché volevo ringraziarti per quello che hai fatto per me, mio figlio e il regno. Hai salvato la vita a tutti - le disse pieno di gratitudine.

- Ho fatto solo ciò che dovevo - gli rispose Hikari guardando verso il basso e torturandosi le mani. Era la prima volta che il faraone si rivolgeva a lei con rispetto.

- No, hai fatto più quanto tu immagini. E mi devo anche scusare con te -

- E per cosa? – chiese con aria innocente.

- Per averti sottovalutata. Chaka aveva ragione. Sei straordinaria, e in te si annida un enorme potere che ti farà diventare la più grande incantatrice di tutti i tempi -

- Mi state lusingando più del dovuto, davvero -

- E invece te lo meriti -

Si mise seduto sul letto, e per la prima volta Hikari vide davanti a sé un comune essere umano e non il temuto sovrano d'Egitto.

- Mi sono fatto accecare da pregiudizi non veritieri. Vedo davanti a me la donna più determinata che abbia mai visto, disposta a tutto per proteggere il regno e mio figlio. Ho intenzione di organizzare il torneo, e se lo desideri, sarai libera di parteciparvi -

Gli occhi di Hikari si riempirono di profonda gratitudine e gli prese la mano.

- Grazie sire, grazie dal profondo del cuore - le disse commossa, mentre una piccola lacrima sfuggì al suo controllo, scintillando sul viso.

Si congedò, si diresse verso la porta, ma venne richiamata nuovamente dal sovrano.

- La vincitrice del torneo non diventerà la moglie di mio figlio - disse rimettendosi sotto le coperte - non mi serve più un torneo. Ciò che è successo mi è stato sufficiente, così come all'intero popolo, per capire chi è degno di governare insieme a lui. E sappiamo entrambi che anche il cuore del principe lo aveva già capito prima di tutto questo -

Le guance di Hikari si imporporarono e il cuore cominciò a battere all'impazzata. Stava davvero dando la benedizione ad una relazione che lei aveva sempre creduto impossibile? Non poteva credere alle sue orecchie. Stava per morire di gioia.

- Ora vorrei riposare. Ci vediamo più tardi -

Come era prevedibile, al torneo di magia organizzato un paio di mesi dopo l'attacco del mago restauratore, Hikari vinse senza molte difficoltà. Il sovrano Aknamkamon proclamò con orgoglio la sua vittoria, facendole dono del titolo reale di Principessa d'Egitto. Le venne anche riservata una piccola ala del palazzo come alloggio personale, così da poter proteggere la famiglia reale con la propria forza di incantatrice. Inoltre, era anche il luogo strategico migliore per tenere d'occhio l'intero popolo. Il faraone da lì a poco avrebbe abdicato in favore del figlio, cui aveva donato il Puzzle del Millennio.

- Hikari? - la chiamò in disparte il principe la sera dei festeggiamenti per la vittoria.

- Dimmi, principe -

- Perché mi chiami così? - la rimproverò in modo bonario.

- Bè perché siamo ad una festa ufficiale, tu sei il principe e l'etichetta prevedrebbe -

La principessa d'EgittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora