Visita alla Furniture Enterprises

4 0 0
                                    

- Io ho l'obbligo di chiedertelo una seconda volta: sei sicura di quello che fai? - le chiese Pegasus preoccupato davanti alla sede della Forniture Enterprise.

- Voglio essere io a fare la prima mossa - affermò risoluta - e con una decisione presa così d'impulso, magari non ci aspettano e riusciamo a cogliere di sorpresa -

- E non avvisi i tuoi amici del tuo ritorno? -

Shyla si fece scura in voto. Non ce l'avrebbe fatta ad affrontare Atem. Ora che aveva recuperato la memoria, risultava difficile persino essere nella stessa città.

- Sparirò subito dopo essere uscita di qui, quindi è inutile farglielo sapere. Andiamo -

- Buongiorno, signorina Shelter. Il signor Merlyn la stava aspettando - la accolse un ragazzo di al massimo trent'anni, un po' stempiato, nella hall dell'impresa.

Addio effetto sorpresa, e avevano utilizzato il jet di Pegasus per rientrare. Niente magia. Come li avevano rintracciati?

- Lei dovrebbe essere il signor Pegasus, giusto? - proseguì - Il mio capo non vede l'ora di conoscerla di persona. È un suo grande fan. Da questa parte prego -

Il segretario fece loro strada, ma Shyla notò subito che qualcosa non andava. Invece di portarli verso il solito ascensore a cui era abituata, li condusse dalla parte opposta dell'edificio, dove era situato l'ascensore di servizio.

- L'altro è per caso guasto? - chiese la ex principessa, nella speranza di mettere a tacere la paura che si era insinuata silenziosa nella mente.

- Assolutamente no - rispose il segretario, provocandole un forte senso di agitazione.

Era inutile avvisare Pegasus, visto che un energumeno ben piazzato vestito di nero, uscito dalla porta della stanza da poco sorpassata, li seguiva da lontano. Ogni ripensamento era dunque vietato. Tanto valeva arrivare da Johnson con le proprie gambe, intere.

Una volta entrati nell'ascensore, il segretario si mise a maneggiare al di sotto del quadro con i pulsanti dei vari piani, rivelando, sotto ad una nascosta e sottile placca metallica, un pulsante per un piano segreto.

Mentre la cassa di alluminio scendeva verso il basso, il tempo veniva scandito solamente dal rumore del meccanismo che li stava conducendo verso chissà quale piano remoto dell'edificio.

Quando finalmente si fermò, le porte si aprirono su un corridoio stretto e scuro, privo di illuminazione. Il segretario creò una fiammella nella sua mano rischiarando le pareti scrostate e i vari pezzi di intonaco sul pavimento. 

Un mago, grandioso.

- Seguitimi - ordinò il segretario, e fece un cenno all'energumeno che ritornò indietro.

Più istanti passavano in compagnia di quel giovane uomo, più Shyla veniva avvolta in un vortice di emozioni negative. Era sicura che sotto quella faccia gentile si celasse un mostro. Forse era proprio così. In fondo, Johnson era in grado di usare la magia nera, giusto? Ciò significava che era in grado di lanciare un incantesimo simile a quello che Demon aveva fatto ad Amayo.

Pegasus si limitava a seguirlo apparentemente calmo, ma Shyla sapeva bene come anche lui fosse agitato. Stavano per incontrare il signor Merlyn in un piano a tutti segreto dell'edificio, dove, se fosse accaduto loro qualcosa, nessuno li avrebbe trovati, perché lei si era impuntata di non avvisare nemmeno Kisara.

Si maledì mentalmente per aver trascinato Maximillion in quella maledetta azienda, e si sentì una stupida. Pensava davvero di aver in pugno Johnson per quella che credeva essere una visita a sorpresa, e che avrebbe fatto quattro chiacchiere con lui sotto gli occhi di tutti? Magari pure con una tazza di tè.

La principessa d'EgittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora