Un incontro davvero speciale (parte 2)

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- Ren - lo chiamò dopo averlo seguito silenziosamente lungo un sentiero nel bosco della montagna.

- Devo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me e sai... mi dispiace dover lasciare questo posto - gli confessò.

Il ragazzino si fermò, per poi riprendere il cammino.

Shyla, confusa dalla sua reazione, decise di continuare a seguirlo senza dire nulla.

Si fermò solo una volta arrivati in una radura circondati da alberi, illuminata dal sole nascente del mattino.

- Siamo arrivati - esordì Ren.

- Devi metterti sotto a quell'arco di pietra e stare ferma - le disse con voce incolore.

- Aspetta - lo fermò prendendolo per il braccio - ho fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare? -

Lo fece girare lentamente e vide i suoi occhi pieni di lacrime.

- Ma tu... stai piangendo -

Lo abbracciò stretto, lasciando che si sfogasse in un pianto liberatorio, mentre gli accarezzava dolcemente la schiena.

- Ren, tu mi hai salvato la vita. Mi hai tirato fuori da quell'orrendo e triste sconfinato spazio bianco. Mi hai salvata dalla pazzia e strappato via da quel luogo quando non ce la facevo più. Non so che posto sia questo, ma ovunque tu mi abbia portato, mi hai reso felice come non lo ero più da tempo. Quindi, grazie, Ren. Se c'è qualcosa che posso fare per te, qualsiasi cosa che ti preoccupa in questo mondo, giuro che ti aiuterò. Non me ne vado senza sapere che tu stai bene –

La sensazione che derivava dal tenerlo stretto a sé era indescrivibile. Provava un affetto così profondo e un senso di protezione che non riusciva a comprendere. In fondo, da quanto si conoscevano? La concezione di tempo in quella dimensione era diversa, quindi non poteva dirlo con certezza. Forse qualche mese.

- C'è qualcosa che devo dirti - mormorò il bambino.

Si scostò da Shyla e per poco quest'ultima non ebbe un infarto. I lineamenti del viso si erano fatti diversi, gli occhi avevano cambiato colore diventando ametista, ma ciò che la sorprese più di tutte, fu l'estrema somiglianza che notò con... Atem, mischiata a delle fattezze che aveva riconosciuto nelle fotografie di lei da bambina.

- Ciao, mamma -

Shyla si paralizzò all'istante, incapace di muovere un muscolo.

- Non... - iniziò, ma le parole le morirono in gola.

Non era possibile, nella maniera più assoluta. Era finita in un mondo parallelo? La portata dell'onda d'urto generata dall'esplosione della magia doveva aver creato quel luogo. Era l'unica spiegazione. Lui non era nemmeno... nato. Eppure, in un angolo remoto del cuore, fin da quando l'aveva incontrato in quell'inferno bianco, il legame che aveva percepito sotto pelle era stata di un'intensità tale da stordirla. Alla fine, il vero motivo per cui aveva smesso di far domande, era semplicemente che aveva paura di conoscere la verità, ma soprattutto, di affrontarla.

- Ascoltami bene - continuò Ren - questa è una delle tante dimensioni del regno dei morti. Quando una persona passa a miglior vita, la sua anima viene mandata in una sorta di paradiso personale affinché si possa ricongiungere ai suoi cari trapassati prima di lui e quelli che lo seguiranno in futuro. Qui tempo e spazio sono indefiniti e le anime possono assumere qualunque aspetto ed età.

- Tuttavia, tu non sei propriamente morta. Il tuo corpo è sospeso in un limbo. Quando l'ho trovato era in gran parte danneggiato, ma sono stato in grado di sistemarlo, grazie a dello straordinario potere concessomi da una strana coppia. Poi ho cercato in lungo e in largo il tuo spirito fino a che non ci siamo incontrati. Avrei potuto farti tornare a casa subito, visto che il tuo corpo era di nuovo pronto per accogliere la tua anima ma... volevo passare un po' di tempo con te. Così ho deciso di presentarmi con le vesti di un bimbo di dieci anni - le rivelò con occhi lucidi.

La principessa d'EgittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora