Gabriel
(Il passato di Gabriel)Passarono ore da quel momento con Raphael.
Continuai a ripensare alle sue parole, consapevole che non le pensasse realmente: era stata la bestia dentro di lui a parlare, quella con cui condivideva il tormento di ogni guerra. Sicuramente in quel momento era tornato in sé, e il rimpianto lo stava uccidendo, ma non mi importava: si meritava di stare in quelle condizioni.
Andai nella sala divertimento trovandola pulita e in ordine, come se non fosse accaduto niente e nessun umano fosse entrato lì. Rimasi seduto sullo sgabello del bancone per molto tempo, con il bicchiere pieno e una bottiglia di vodka accanto; non feci niente, bevvi soltanto, cercando di affogare le sue parole che ancora mi assillavano.
«Gabriel!»
Tolsi lo sguardo dal bicchiere e mi voltai notando Isiah avanzare verso di me.
«Dov'è Raphael?» I suoi capelli corti rossi e ricci arrivarono come un pugno nell'occhio. Mi fissò e guardai i suoi occhi lunghi e stretti rossi davvero inespressivi; sorrise e i tre punti tatuati sotto l'occhio si allungarono.
«Non con me», tagliai corto e tornai a guardare il bicchierino.
«Tutto a posto?»
«Sì», risposi bruscamente. Le domande mi irritavano, soprattutto in un momento in cui volevo essere lasciato in pace.«Dammene uno anche a me», indicò il mio bicchierino. Anche se capì che qualcosa non andava, continuò a stressarmi e quelli mi mandò veramente su tutte le furie.
«Prenditelo!» Mi alzai e me ne andai.Non avevo voglia di parlare con nessuno, avevo solo bisogno di scaricare la tensione, così andai in garage e presi la Porsche nera; l'accesi e mi feci portare dal rumore della marmitta, sentendo il suo rombo potente.
Erano le dici di sera e i negozi il sabato rimanevano aperti fino a mezzanotte, fortunatamente, almeno potevo distrarmi con un po' di shopping. Arrivai in città trovandola affollata, scesi dalla macchina ed entrai in un negozio dove vendevano vestiti sia da uomo che da donna. Era pieno di donne di ogni età, e di uomini con piccoli mocciosi che strillavano e piangevano in attesa delle loro mamme.
Davvero fastidiosi!
Le donne rimasero affascinate da me, e ad ogni passo sentivo il loro sguardo sul mio culo, sbavando senza dignità. Sapevo che era causato dal mio potere, il primo di noi schiavi: catturavamo la preda con il nostro fascino e il nostro odore, tanto da ipnotizzarle e fare di loro ciò che volevamo.
Girai tutto il negozio con passo sicuro. Presi quattro paia di jeans grigi e neri e sei magliette a tinta unita. Mi guardai attorno e cercai qualcosa d'interessante, anche perché non mi sentii ancora soddisfatto. Dopo aver girato i reparti, trovai una giacca elegante nera lucida, con il taschino in basso sul lato destro e dentro un nastrino rosso: era proprio fatta su misura per me. Presi la mia taglia, senza neanche provarla, e andai in cassa.
«Posso aiutarti?»
La voce delicata di una ragazza mi arrivò dritta all'orecchio.Mi voltai e vidi due occhi color nocciola dannatamente innocenti, labbra sottili rosse e capelli neri tirati alla perfezione in una coda alta. Indossava una maglia nera con la scritta del negozio e un jeans blu, e capii che era una commessa. "Non male, per essere solo una semplice umana." Pensai.
«Forse», le feci l'occhiolino e andai a pagare. Prima di andarmene mi voltai a guardare la ragazza, facendole capire di seguirmi, sicuro che lo avrebbe fatto. Avevo voglia di divertirmi e quella ragazza sarebbe stato il mio gioco.
◆◆◆
Mi sdraiai sul letto e ricordai l'umana incontrata al negozio: il suo tocco delicato sulla mia pelle, che era totalmente diverso da quello delle schiave, le sue labbra sul mio collo e i graffi che le avevo fatto sulla schiena liscia e bianca.
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Oltre le ali
FantasyL'ODIO ANNIENTA. L'AMORE SALVA! UN DESTINO IN GRADO DI SCONVOLGERE. UN'ESISTENZA DIVISA IN DUE MONDI. UN AMORE DISPOSTO A RISCHIARE TUTTO, ANCHE SE STESSI. Leanna, una giovane studentessa al secondo anno di università, incontra Gabriel, un nuovo arr...