Capitolo 14 (parte due)

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Gabriel
(Il passato di Gabriel)

Arrivai davanti alla camera di Raphael, feci un respiro profondo preparandomi a quello che sarebbe accaduto, ed entrai. Lo guardai e vidi che era sul letto. Si voltò a guardarmi, osservando ogni centimetro del mio corpo per vedere se ci fosse qualche ferita. Mi avvicinai e mi misi a sedere accanto a lui.

«Perché l'hai fatto?! Cosa ti è preso?!» Non riuscii a controllarmi e partii in quarta. Ero troppo nervoso e dovetti alzarmi. «Cosa volevi fare, il duro?! Il grande davanti a Derrien?!» Mi promisi di mantenere la calma, ma non ci riuscii. Non quella notte. Non dopo aver salvato la vita di mio fratello per l'ennesima volta, e solo per le sue solite stronzate. «Sei un davvero un coglione! Non cercare di essere qualcuno che non puoi essere! Non ci provare mai più a sfidare Derrien!» Sbraitai sentendo le vene pulsare violentemente sul mio collo.

Rimase immobile con gli occhi fissi su di me.
«Mi sembra di parlare con lui», si alzò e venne verso di me. Eravamo faccia a faccia e ci fissammo per qualche istante. «Sei uguale a lui... ti ha cambiato, ti ha fatto diventare il suo burattino», disse quelle parole con dolore, anche se cercò di nasconderlo. Anche se ciò che rifletteva in modo smisurato era la gelosia: lo stava divorando. «Mi fai schifo Gabriel! Vai pure da lui, perché tanto ormai per me non sei più niente!» Mi guardò nauseato e uscì dalla camera sbattendo la porta.

Rimasi a fissarla per qualche minuto, sperando che rientrasse a scusarsi, dicendo che non pensava assolutamente niente di ciò che aveva detto.

Per la prima volta in tutta la mia esistenza, sentii bruciare il viso, lo toccai e sentii una lacrima: era impossibile. Non erano mai uscite dai miei occhi... stavo manifestando il dolore che sentivo nel mio cuore di pietra. Io e Raphael ci eravamo allontanati. Derrien ce l'aveva fatta ad avermi soltanto per sé. Se davvero desiderassi diventare il capo degli schiavi, avrei dovuto accettare tutto quello, essere forte ed andare avanti. Sopportare. Un giorno, quando mi sarei seduto su quella poltrona rossa, avrei potuto sistemare il rapporto con mio fratello e pensare solo a lui, ma ora non avevo tempo da perdere e dovevo agire con cautela.

Rimasi nervoso per la discussione con Raphael, così andai in sala pranzo. Presi un caffè doppio e mi incamminai verso la palestra: avevo proprio bisogno di un allenamento per scaricare la tensione.

«Ehi, campione!» Isiah si avvicinò a me. Era sudato fradicio e la maglietta bianca era tutta bagnata. Aveva su i guantoni e chissà da quanto tempo era chiuso in palestra. «Allora sei venuto a prenderne un po'?» rise di gusto, il che mi irritò.

Nessuno riusciva a batterlo sul ring e quindi era troppo sicuro di sé, ma quel giorno gli sarebbe andata male. Avevo troppa rabbia che mi scorreva nelle vene e un incontro di boxe era ciò che mi serviva. La vittoria era mia.

«Pronto a perdere?»
«Parla di meno e agisci di più!» Mi misi in posizione.

Loyd si mise al centro e ci guardò, iniziando a contare fino al tre: «Via!».

Isiah tirò pugni con tanta forza e strategia da mettere al tappeto chiunque in un solo istante, ma io avevo la rabbia e il nervoso della litigata con Derrien e di quella con mio fratello, il che non mi fece sentire nessun dolore. Continuai a rispondere ad ogni sua mossa con una sempre migliore, finché non lo misi all'angolo e lo riempii di pugni in faccia e sulle costole. Senza riuscirmi a fermare. Senza dargli modo di difendersi. La rabbia era salita al cervello e non riuscivo più a ragionare. Sentivo solo le mani bruciare e tutto attorno a noi sparì.

«Gabriel! Fermati!» Loyd urlò, ma non gli diedi retta e continuai a picchiare Isiah.
«Ora basta!» Mi prese dal braccio cercando di spingermi via, ma lo spinsi a mia volta e cadde a terra. Continuai a prendere a pugni Isiah che sembrò non capire più niente.

«Gabriel!»

Non riuscii ad essere lucido, ed era come se avessi davanti la mia preda che cercava di scappare.

«Ci penso io!» Dunla prese un secchio d'acqua ghiacciata e me la buttò addosso. Mi ripresi voltandomi verso di lei.
«Che cazzo fai?! Sei impazzita?!» La fulminai con lo sguardo, sfidandola.
«Non ti azzardare con me che ti faccio fuori all'istante».
La guardai incantato e le sorrisi in modo malizioso, facendole l'occhiolino.

«Gabriel, ma che ti è preso?! Ci mancava poco che mi facessi fuori! Era solo un allenamento, amico!» Isiah arrivò da me, completamente stupito dalla mia reazione, e anche meravigliato che ci fosse stato uno capace di metterlo al tappeto.

«Mi sono fatto prendere la mano», gli diedi una pacca sulla spalla, mi voltai e vidi Raphael appoggiato al muro. Mi fissava e sicuramente aveva visto tutta la scena. Sentii i suoi pensieri ed era dispiaciuto che Isiah non mi avesse fatto il culo. Strinsi i pugni e cercai di calmarmi.

«Passami l'acqua», ordinai a Loyd. Scesi dal ring e bevvi continuando a fissare Raphael, sentendo la rabbia aumentare.

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*nota autrice*
Domani pubblicherò il prossimo capitolo ❤️‍🔥

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