Capitolo 10

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Leanna

Arrivammo a scuola.

Aprii la porta ed entrai in corridoio, trovandolo colmo di studenti che ridevano e urlavano come al solito. Mi tappai le orecchie e aumentai il passo.

«Quanto urlano?!» Sbuffai e mi voltai in mal modo verso Abby che rideva divertita dalla mia reazione. Arrivai all'armadietto e presi il libro di letteratura e di chimica.

«Non ti dimenticare i fogli della recita», Abby continuò a sistemare il suo armadietto: era davvero così disordinato che sembrò fosse passato un tornado.
«Perché i fogli della recita?» Inarcai le sopracciglia rimanendo a guardarla.

«Perché oggi non facciamo lezione», si fermò da ciò che stava facendo e mi guardò, «andiamo sul palco del teatro... dovete provare per la recita, non ti ricordi che l'ha detto la settimana scorsa?» Chiuse l'armadietto e si appoggiò contro.
«No, ero sicuramente distratta...»

"Cavolo!" Non sapevo neanche una parola di quella recita.

«Già... lo sei fin troppo in questo periodo», incrociò le braccia e mi scrutò a fondo.
«Cosa c'è?!» Sbuffai, non avendo proprio intenzione di discutere sul perché non fossi più attenta alle lezioni.
«Oh, niente!» Scosse le mani e rimase in quella posizione a osservarmi, dandomi letteralmente sui nervi.

Chiusi l'armadietto sbattendolo: «Muoviti!» La spinsi facendola girare e mi avviai verso l'aula; Abby mi corse dietro.

«Che poi, non capisco perché dobbiamo farla: devo diventare un avvocato, non un'attrice!» Brontolai, ragionando tra me e me, davvero infastidita.

«Mi hai fatto male, scema!» Arrivò accanto a me e fece il broncio toccandosi la spalla.

«Smettila, non ti ho nemmeno sfiorata!» Scossi la testa e pensai che fosse lei a dover fare l'attrice: sapeva recitare divinamente.
«Questo lo dici tu!» Finse di essere arrabbiata. Mi voltai a guardarla, cosa che fece anche lei, e scoppiamo a ridere.

Entrammo nel teatro.

«Wow!» Non ero mai entrata e rimasi meravigliata da quel posto.

Era davvero grande e pieno di poltrone rosse posizionate a un palco enorme. Ci incamminammo verso i nostri compagni di classe, e mi girai in ogni direzione per vedere qualsiasi particolare. Osservai le poltrone e vidi che erano troppe, così immaginai il momento della recita e a quante persone ci sarebbero state, e per un attimo mi mancò il respiro.

Salii sul palco e scrutai nuovamente ogni cosa: le pareti erano rosso scuro con incastonate tante luci bianche; c'erano tre scalinate due laterali e una centrale; il pavimento era coperto con la moquette nera; e il soffitto pieno di immagini in bianco e nero e a colori, di vari film famosi. Non riuscivo a descrivere in maniera perfetta quel posto... era semplicemente bellissimo.

«Hai studiato le parti che devi fare?» Abby mi apparse dietro la schiena.

Non la guardai e continuai a fissare ogni immagine del soffitto rimanendo a bocca aperta.
«No, le ho solo lette...», mi voltai a guardarla, «credi che sia nei guai?»

«Giusto un pochino. La professoressa ha detto di studiarle, non di leggerle», mi prese sottobraccio e mi spinse verso gli altri, «sei fortunata: ho studiato tutte le parti»

Mi fermai di colpo, «tu, cosa?!» Sgranai gli occhi e scoppiai a ridere. Non studiava mai, ed era impossibile che avesse studiato le parti di ognuno di noi, pur non facendo parte della recita.

«Cosa ridi?! Le ho volute studiare anche se non devi recitare, perché in fondo questa materia mi piace», incrociò le braccia e mi diede le spalle.
«Abby, lo sai che questa materia si chiama letteratura, vero?» Appoggiai la mano sulla sua spalla girandola verso di me.
«Come sei spiritosa! Lo vuoi il mio aiuto, sì o no?» Sbuffò.

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