Capitolo 15

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Derrien
(Il passato di Gabriel)

«Quando è successo?»

Mantenni la rabbia, ma dentro la furia stava esplodendo comandandomi a fare azioni spregevoli.

«Due notti fa». Lo schiavo tenne la testa bassa, come se fosse lui il colpevole.

«Qualcuno oltre te sa di questa storia?» Mi alzai e andai da lui.

«Si», alzò la testa e mi guardò, «Raphael, è l'unico a saperlo», finì la frase sicuro della sua affermazione, contento di aver infangato Gabriel.

Tutti lo odiavano, lo temevano, e solo perché era il mio favorito.

«Ottimo lavoro! Però...», presi il pugnale d'acciaio sulla scrivania, «non posso permettere che la notizia si divulghi», lo fissai intensamente avvicinandomi.

«No, Derrien! Non lo dirò a nessuno!» Spalancò gli occhi vedendo il pugnale nelle mie mani.

Di colpo gli tagliai la gola, con tanta violenza che feci schizzare il sangue su tutto il tappeto nero. Chiamai un umano al mio servizio: «Prendi la pietra e uccidilo», ordinai e uscii dallo studio.

Gli umani erano gli unici che potevano toccare il quarzo e per questo avevo una decina di umani che lavoravano per me. Li ricattavo tenendo in ostaggio la famiglia di ognuno di loro, sotto osservazione dagli schiavi ventiquattro ore sue ventiquattro, così che se avessero avuto solo il pensiero di uccidermi, beh, ci avrebbero pensato due volte.

Andai velocemente nell'altro studio, e cercai di calmare i nervi, pensando specialmente al dolore che Gabriel mi aveva causato. Mi misi a sedere sulla poltrona e sospirai pesantemente, pensando a come risolvere quella situazione.

Presi il cellulare e feci una chiamata: dovevo assolutamente occuparmi subito di quella questione, oppure sarei impazzito, mangiato vivo dalla rabbia.

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*nota autrice*
Domani pubblicherò il prossimo capitolo
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