Capitolo 30

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Gabriel

«Dov'è Leanna?»

Derrien arrivò insieme a tutti gli schiavi dell'inferno: erano pronti per portarla via. Li guardai vedendo quella che un tempo fu la mia famiglia: Isiah, Dunla, Loyd, Derrien, Raphael... guardai proprio lui, mio fratello.

Perché il destino era stato così crudele con noi? Perché ci aveva divisi?

Chiusi per un attimo gli occhi cercando di cancellare quel dolore atroce.
«Derrien, rassegnati, non l'avrai mai», ringhiai a denti stretti.
«Sai, Gabriel...», avanzò di qualche passo, «anche se non dovessi trovarla, sarà lei un giorno a venire da me», sorrise crudelmente, sicuro di ciò che affermava.
«Dubito», ringhiai.
«Dimmi, come sono le sue ali? Lasciano senza fiato, vero? Suppongo ti abbiano scioccato: quale angelo possiede un'ala bianca e un'ala nera?!» Mi provocò.
«Come facevi a saperlo?» Sentii la gelosia farsi spazio dentro di me. Odiai profondamente che lui sapesse qualcosa di cui non ne ero a conoscenza. E mi chiedi come mai, come mai sapeva cose, che neanche gli arcangeli sapevano.

Com'era possibile?

«Non ti interessa», tuonò diventando serio.
«Qualsiasi cosa la riguarda, mi interessa»
«Ancora per poco!» Derrien ringhiò e fece cenno agli schiavi di avanzare. «Prendetelo!»

Loyd scattò nella mia direzione puntandomi la spada contro, tirai fuori la mia e contraccambiai. Riecheggiò il clangore delle spade e i nostri sguardi si incontrarono. Un tempo eravamo amici, mentre ora solo due nemici che volevano solo uccidersi.

Girai su me stesso liberando la spada e gli diedi una gomitata sul naso, Loyd indietreggiò e Isiah si buttò su di me. Non previdi la sua mossa e mi ritrovai a terra con le sue mani sul collo. Gli tirai una testata stordendolo e gli girai il braccio. Ringhiò e mi colpì sul costato, all'improvviso Dunla si aggrappò alla schiena e mi tirò indietro per il collo, Isiah e Loyd la raggiunsero e mi presero per le braccia: ero circondato. Alzai lo sguardo e guardai Raphael al fianco di Derrien: non si era mosso neanche di un centimetro. Mi fissò impassibile.

Chi era diventato? Che ne era di mio fratello?

Sentii la rabbia aumentare e guardai Derrien con aria minacciosa: lui lo aveva rovinato! Lui era la causa di tutto! Feci resistenza e cercai di liberarmi dalla loro presa.

"Gabriel"

Mi fermai di colpo: Leanna! Spalancai gli occhi. Non poteva, non doveva assolutamente parlarmi nella mente, l'avrebbero trovata.

"Leanna no, non farlo!". Osservai Derrien e vidi che mi scrutò con sospetto, la sua espressione cambiò all'improvviso: aveva capito. Chiuse gli occhi e si concentrò.

No, no! Stava creando una connessione con lei, la stava rintracciando.

Scattai violentemente contro Isiah e lo lanciai contro l'albero, attirai Loyd verso di me e gli girai il collo, nel frattempo Dunla mi strozzò con forza impedendomi di respirare. Tirai indietro la testa e gli ruppi il naso, le presi la maglietta e la catapultai davanti a me. Cadde bruscamente a terra e inarcò la schiena, mi abbassai velocemente verso di lei e gli ruppi una costola. Si tenne il fianco ringhiando di continuo. La scavalcai e andai velocemente da Derrien, Raphael mi bloccò la strada e mi sfidò. Non potevo battermi ancora con lui, non sarei riuscito a fermarmi, non quella volta. Non stavo ragionando, il mio pensiero fisso era Leanna: era in contatto con lui e non potevo permettergli di trovarla.

Perché lo aveva fatto? Perché lo aveva cercato?

«Raphael, spostati», ringhiai in preda alla collera.
«Questa volta finirà in modo diverso, Gabriel», mi fissò crudelmente e si avventò su di me.
Iniziammo a colpirci con pugni, calci, ferendoci di continuo, senza che nessuno dei due riuscisse a fermarsi. Il dolore e la rabbia ci stavano controllando a tutti e due, offuscandoci la mente: volevamo far finire quella storia che ormai andava avanti per troppo tempo. Il rancore che ci aveva accompagnati in quegli anni era uscito violentemente e lo potevamo sentire ad ogni colpo che ci scambiavamo.

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