Capitolo 28

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Leanna

Tornammo a casa, scesi dalla macchina e andai di corsa in camera. Taira era sulla porta preoccupata e sicuramente era stata lei a chiamarlo. Non la degnai di uno sguardo e la superai: era il momento di dire a Gabriel ciò che avevo scoperto, dovevo dirgli quello che avevo fatto con Derrien, qualsiasi cosa sarebbe successa, non avrebbe avuto importanza.

Dovevo dirglielo.

Entrai in camera, mi misi a sedere sul letto e aspettai che Gabriel arrivasse. Non potevo nascondergli niente ed ero sicura che lui era già a conoscenza delle cose che mi aveva detto Derrien.

Gabriel entrò di corsa nella stanza, vidi il suo volto infuriato e i suoi occhi neri. Da un momento all'altro sarebbe scoppiata una bomba.

«Sei un incosciente! Come hai potuto prendere la macchina e andare in giro da sola?! Ma come ti è venuto in mente?! Cazzo! Non posso fermare ciò che sto facendo per venirti a cercare! Sono davvero così infuriato che...», ringhiò davvero fuori controllo non riuscendo neanche a terminare la frase. Chiuse forte i pugni e sospirò pesantemente cercando di calmarsi.
Guardai il suo viso rosso come il fuoco e vidi le vene pulsare sul suo collo.

«Ho parlato con Derrien con la mente!» Sbottai senza riuscire più a trattenermi. Spalancò gli occhi e mi fissò stupefatto.

«Cosa?! Cosa hai fatto?!» Urlò con tale forza da poter far crollare il soffitto. Continuò a urlare parole, talmente tante e a gran voce che evitai di ascoltarlo.

«Basta, Gabriel! Non sono una bambina, posso anche decidere da sola cosa fare, non voglio stare ferma ad aspettare che qualcuno mi dica come muovermi! Oggi a scuola ho preso per il collo una ragazza! Lo capisci?! Ho dei comportamenti strani! E siccome ho parlato con te nella mente, e anche tu hai detto che è impossibile per un angelo, ho deciso di scoprirne di più!»
«Volevi saperne di più e hai deciso di parlare con lui?!» Me lo chiese con tono di voce pacato, ma completamente incredulo e deluso.
«Non sai le cose che sa lui!»
«Io so tutto di te! Cose che lui non sa e non il contrario!»

In quella stanza non si fece altro che urlare, eravamo tutti e due a gridarci in faccia, come due pazzi senza controllo.

«Allora perché non me lo hai mai detto?! Se davvero sapevi che sono nata da uno schiavo e da un angelo, e che ho il sangue di tutti e due, perché non me l'hai detto?!» Ero davvero furiosa e piena di dolore, proprio perché mi aveva tenuto nascosta una cosa così importante.

«Cosa stai dicendo?!» Aggrottò la fronte, continuando a mentire, e quello mi irritò ancora di più.

«Perché non mi hai detto che ho il potere sia del male che del bene?! Che sono l'unica... Perché?! Dimmelo!» Persi totalmente la voce e la gola iniziò a farmi male, era come se il mio urlare non bastasse più e aumentavo il tono ad ogni domanda. Fissandolo in maniera davvero truce.

Taira arrivò di corsa in camera, sentendo quella conversazione che era diventata troppo animata, e cercò di calmare le acque, ma ormai niente poteva calmare quel momento. Li guardai tutti e due e andai fuori dalla stanza. Mi girava la testa e volevo solo andare lontana da quel posto.

«Dove pensi di andare adesso?! Leanna! Non ti muovere da qui!» Gabriel mi seguì fuori in veranda.
«Non osare darmi ordini!» Mi voltai di scatto, «vado dove voglio, e sicuramente non devo rendere conto a te di quello che faccio!» Non ce la facevo più, sentivo ogni emozione dentro di me esplodere.

«E allora sparisci, vattene!»

Riuscii a percepire la sua ira, e anche se quelle parole erano dettate dalla rabbia, mi fecero comunque male.
«È proprio quello che sto facendo», me ne andai.

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