𝟮. 𝗟𝗶𝗳𝗲 𝗮𝗻𝗱 𝗱𝗲𝗮𝘁𝗵

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Mercenari di ogni variopinto aspetto combattevano per le strade della città, mostrando fieri le proprie abilità

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Mercenari di ogni variopinto aspetto combattevano per le strade della città, mostrando fieri le proprie abilità. Si diceva avessero imparato uno stile di combattimento unico, che portava il nome di "danza dell'acqua": una forma raffinata di scherma nella quale si utilizzava una spada sottile quanto un ago. "dieci diamanti, signori!" una voce più grave sovrastò le altre, quando superai il ponte di granito, in direzione del porto più vicino. Vermithor sapeva dove trovarmi. "dieci diamanti e Maelis vi mostrerà il futuro!" continuò un uomo, dalla barba scura quanto il carbone e intrecciata da mani abili e capaci. Indossava colori sgargianti e sedeva su una cassa di legno circondato da molti curiosi.

Non credevo nei profetici, e tanto meno nelle parole delle veggenti, ma quando feci per superarlo, dato che il mio unico scopo era quello di lasciare la città, quell'uomo scattò in piedi e mi indicò come fanno i bambini. "Tu, dama d'argento. Vuoi sapere come morirai?" il cosiddetto Maelis riuscì a creare un varco tra lui e le persone che lo circondavano, costringendomi in qualche modo a porgli la mia attenzione. Lo feci, avanzai qualche passo e mi fermai difronte a lui. "Non sono una dama." replicai, secca e fugace. Ma l'uomo parve non cogliere il mio duro ammonimento, e cominciò a ridere di gusto. I suoi occhi piccoli e marroni si incresparono quanto due noccioline. "Chiunque tu sia...vuoi saperlo o no?" insistette, sollevando l'interesse delle persone che ora ci osservavano con impazienza. I braavosiani vivevano di nient'altro che sollazzo.

"L'unico modo in cui accetterò di morire.." sibilai, serrando i pugni dietro la schiena e a pochi centimetri dal suo orecchio "dipenderà dall'esito della successione"

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Vermithor si librò tra le nuvole con le sue ali possenti, lasciandosi dietro una folata di vento che agitò le acque sottostanti. Ruggiva entusiasta, girando intorno al titano di Braavos quasi volesse avvolgerlo. Poi sfilò sottile tra le gambe del gigante, dirigendosi oltre il Mare dei Brividi, per tornare a casa. E ci lasciammo alle spalle quella vita che era riuscita a darmi più di quanto potessi immaginare. Non il potere, perché difatti esso non è altro che un'arma a doppio taglio. Braavos mi aveva insegnato a sopravvivere, a combattere, a uccidere. Anche quando mi sentivo persa, cieca e brulicante nel buio, sapevo che avrei rivisto la luce del giorno.

Al maestro era bastato aprire le porte della casa del bianco e del nero, invitandomi ad entrare, per aiutarmi a comprendere che il destino il quale mi attendeva, non era neanche lontanamente simile a quello dei miei antenati. Non avrei compiuto gesta gloriose, non sarei stata accolta come una guerriera. No.

Io ero un'assassina senza volto, io ero la contrapposizione tra la vita e la morte.

𝐕𝐀𝐋𝐀𝐑 𝐌𝐎𝐑𝐆𝐇𝐔𝐋𝐈𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora