Erano trascorsi tredici giorni. Tredici giorni di silenzio che pesavano quanto una vita intera. Durante i concili ristretti, giravo e rigiravo quella pallina posta sulla tavola, pregando che entrambi tornassero sani e salvi. Ma lo sapevo, ne ero certa: presto avrei scoperto la verità e non mi sarebbe piaciuta a prescindere. "Sarebbe saggio scovare l'usurpatore," prese parola Corlys, ormai divenuto Primo Cavaliere, ma la risposta poteva essere soltanto una. "Vecchia Città" sbottai, accogliendo l'attenzione dei presenti su di me. "Mi sembra più che logico. Larys Strong ha fatto fuggire tutti. Mi domando come mai non abbiano liberato anche Alicent," e si aprirono così tanti dibattiti, diramandosi, che persi il filo del discorso immediatamente.
Un altro ciclo di luna, e la notizia giunse proprio quando mi stavo allenando in cortile. Una semplice lettera, dalla Larva Bianca, che confermava la morte di Daemon e Aemond Targaryen. Con la differenza che il corpo di mio padre non fu ma trovato. Fendetti all'aria con Ombra, con gli occhi annebbiati dalle lacrime, costringendomi a dimenticare. Io ero nessuno. Nessuno. Nessuno. Ma la spada continuava ad affondare con forza, a roteare con spietatezza, togliendomi il respiro finché non caddi, sbucciandomi le mani e ferendomi un ginocchio.
Quanto avrei voluto bruciare da capo a fondo Vecchia Città. Quanto avrei voluto dar fuoco a tutto; d'altronde, ero forse l'erede al trono? Affatto. Tuttavia quando mi rialzai, con le lacrime asciutte ma gli occhi ancora acquosi, c'era una mano tesa nei miei confronti. "A cosa serve essere coraggiosi se si sa di star morendo?" mi domandai, ma la voce in risposta sbuffò dolcemente. "Sciocca ragazza, te lo avevo detto." Lasciai cadere la spada e afferrai la mano del Maestro per alzarmi in piedi, zuppa di vergogna. Come potevo disonorare i suoi insegnamenti in quel modo?
"Puoi abbandonare Saera ogni volta che vuoi, ma sarai sempre sangue del drago" per la prima volta mi parlò, direttamente, rivolgendosi a me come una persona. Non come nessuno. "La prima donna Targaryen a rendermi fiero di essere un Maestro," continuò. Sopraggiunse una consapevolezza, in quel momento. Potevo lasciare il guscio, fingere di essere chi non ero, ma sarei sempre, sempre tornata a casa. Sempre a credere in me stessa.
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Tre cicli di luna più tardi, Rhaenyra mi raggiunse nel solarium con una certa fretta. Era quasi il tramonto, e portava con se la spada Blackfyre e un sacco color sabbia. "Madre," scattai in piedi, in preda alla confusione. "Devo tornare a Roccia del Drago, per dare a tuo padre una degna sepoltura. In mia assenza, regnerai come Principessa Reggente, ma prometto che sarà per poco, pochissimo tempo."
Mi schizzò il cuore in gola nel sentirla nominare Roccia del Drago. Nel sentirla nominarmi reggente. "No, Madre! I nemici sono in ogni angolo, si nascondono in attesa che lasci la tua tana, non puoi abbandonare il reame-" ma la fiera Regina Nera mi interruppe, carezzandomi una guancia. "Ma non lo sto abbandonando, Saera! Lo sto lasciando temporaneamente in mani esperte. Tu sei il mio orgoglio più grande nonostante la morte ti abbia cambiata. E poi, non vuoi sapere come sta tua sorella, o come sta Vanesha?"
Deglutii pesantemente. Io, regnare? Avrei potuto farlo, certo, ma non lo avevo mai desiderato. "Fallo per me, figlia mia. Tornerò prima di quanto credi"
Mi lasciai tranquillizzare dal suono degli uccelli, fuori dal solarium, e dopo aver sospirato pesantemente, aprii bocca e non tornai più indietro. "Quando tornerai, attaccherò Vecchia Città e brucerò vivi ogni traditore. Io questo ti prometto, Madre."
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𝐕𝐀𝐋𝐀𝐑 𝐌𝐎𝐑𝐆𝐇𝐔𝐋𝐈𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]
FanfictionSaera Targaryen, prima figlia di Rhaenyra e Daemon, è una fanciulla appassionata di libri antichi che ama viaggiare e imparare nuove culture. E' la più giovane a reclamare Vermithor, dopo che il suo ultimo cavalcatore, il Re Jaehaerys, è deceduto. T...