Saera Targaryen, prima figlia di Rhaenyra e Daemon, è una fanciulla appassionata di libri antichi che ama viaggiare e imparare nuove culture. E' la più giovane a reclamare Vermithor, dopo che il suo ultimo cavalcatore, il Re Jaehaerys, è deceduto. T...
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𝗴𝗿𝗲𝗲𝗻 - (𝗹𝗶𝗻𝗴𝘂𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝘃𝗼𝗹𝗴𝗮𝗿𝗲)⚠️
Posate tintinnavano contro calici strabordanti di vino, risate ghiotte e donne mezze svestite sedevano sulle gambe dei tanto rispettabili lord che dicevano di servire il reame. "Silenzio, miei signori, per favore!" esclamò Aegon, schiaffeggiando la natica di una giovane serva che, tremante e impaurita, non riuscì neppure a muoversi. "Sapete tutti perché siamo qui?" e al suo fianco Aemond, che evitava come la peste una delle prostitute di fondo delle pulci che tentava di approcciarlo, chinò il capo con amarezza. "Perché il mio valoroso fratello, nonostante un solo occhio, ha ucciso il figlio bastardo di quella troia della mia sorellastra!" e cori di esultanza si levarono per la sala, pugni battenti sulla lunga tavolata, mentre l'unica cosa che il Guercio avrebbe voluto fare era ribaltare tutto e picchiare a sangue suo fratello. Tuttavia non poté farlo. Si zittì, si isolò in un angolo della sua mente dove il fiero e dolce viso della sua Saera gli sorrideva.
"Oggi noi beviamo alla guerra che vinceremo. Uccideremo ogni traditore, ogni bastardo, e quando giungerò a Rhaenyra, la brucerò con il respiro ustionante di SunFyre!"
Per due giorni, si festeggiò la morte di un'anima innocente. Per due giorni si festeggiò per gli errori compiuti da qualcun altro, finché la notizia non giunse ad Harrenhal, castello presidiato dal Principe Daemon.
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Dieci giorni. Dieci dannatissimi giorni trascorsi a cercare i resti del piccolo Lucerys, senza alcun successo. Fu l'impotenza di non poter fare niente per mia madre, a spezzarmi il cuore. Piegata dalle lacrime sul bagnasciuga, sapevo che confortarla non sarebbe servito a niente. Ma forse qualcos'altro avrebbe potuto darle la forza di lanciarsi in quella guerra, con me al suo fianco. "Mi è giunta voce che quel bastardo di Aegon abbia festeggiato la morte di Luke, beffeggiandosi di noi con un banchetto durato due giorni" dichiarai aspramente, poggiandomi alla tavola dipinta. "Ma noi non rimarremo fermi a guardarli mentre si prendono gioco di noi. Affatto,"
Mia madre aggrottò la fronte, a pochi passi da me, in attesa che proseguissi. Malko srotolò una pergamena e la fece leggere a Vanesha, la cui voce calma e regolare avrebbe tenuto gli animi calmi qualora la bomba fosse stata lanciata. "Io, Daemon Targaryen, e mia figlia Saera, vendicheremo il nome di Lucerys Velaryon. Con fuoco e sangue, ci riprenderemo ciò che è nostro. Occhio per occhio, figlio per figlio." E quando Vanesha ebbe concluso di leggere, richiudendo la pergamena, tutti i presenti non ebbero parole. Soltanto fiati sospesi. "Ci hanno persino privato di bruciarne il corpo. Dunque agiremo di conseguenza" conclusi. Non ero scappata a Braavos per niente: io ero la vita, io ero la morte. E se mi avessero dato anche soltanto un nome, io lo avrei donato al Dio dai Mille Volti.
"E cosa avete intenzione di fare, esattamente?" domandò a quel punto mia madre, riprendendo lucidità da quel profondo dolore che aveva zittito per l'intero concilio. "Ho amato mia zia Helaena, ma il debito deve essere pagato. La sua colpa è quella di essere nata dalla parte sbagliata.." ripresi quella pergamena tra le mani, ne saggiai la ruvidità tra le dita, e meditai su quali parole utilizzare. Non vi erano, tuttavia, parole per addolcire la pillola. Rhaenyra non sarebbe stata d'accordo. "Sangue e Formaggio, due uomini anonimi, si infiltreranno nelle camere della nuova regina, e uccideranno il figlio che più loro aggrada. Ed è giunto il giorno per tutti loro in cui saranno convinti di essere al sicuro, felici persino, ma di colpo quella gioia si trasformerà in cenere. E allora sapranno che il debito è stato pagato."