𝟳. 𝗬𝗼𝘂 𝗯𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿 𝘄𝗮𝘁𝗰𝗵 𝘆𝗼𝘂𝗿 𝘀𝘁𝗲𝗽

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 La morte improvvisa e del tutto inaspettata di Ser Criston Cole gettò un'ombra sul poco controllo che, in verità, deteneva ancora Viserys

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La morte improvvisa e del tutto inaspettata di Ser Criston Cole gettò un'ombra sul poco controllo che, in verità, deteneva ancora Viserys. I semi della discordia erano sbocciati e il vero colpevole viveva sereno di fianco all'ignaro Re. Ad ogni modo, nonostante l'orrido accaduto, egli decise di proseguire con i festeggiamenti e, a notte calata, venne acceso un enorme falò. "Avrei dovuto assicurare la tua protezione," incalzò il nonno, mentre le fiamme riscaldavano i nostri corpi infreddoliti dalla brezza serale. "Con il tuo arrivo, molti malintenzionati potrebbero farsi avanti" continuò. Ma la verità era soltanto una: ad essere in pericolo non ero io. Era lui, in balìa di se stesso e delle sue deliranti profezie. Era lui, manipolato come un burattino da un uomo che in segreto bramava il suo trono. "Ero a conoscenza dei rischi quando ho deciso di tornare, Vostra Altezza" replicai, imitando il suo gesto nel portare la coppa di vino alle labbra. Quella sera fiumi di vino dorniano scorrevano per le tende, lasciando spazio nient'altro che alla sregolatezza. "Ma non temo nessuno, se non il Dio della Morte."

Viserys, guardandomi, increspò il viso in un'espressione malinconica. "Mi ricordi tanto tua madre, Saera. Sempre alla ricerca del brivido e del pericolo" La Delizia un tempo era stata una delle donne più ambite dei Sette Regni: carismatica, coraggiosa, provocante. Tutto ciò che una Principessa dovrebbe essere. Ma, come si suol dire, peccare è umano, e Rhaenyra lo aveva fatto più di una volta. L'essere una donna non le avevano vietato di sperimentare i piaceri della vita. "Ma io non sono mia madre, dovreste saperlo. Ora più che mai" gli risposi, e Viserys non poté far altro che annuire.

❝🐉⚔️❞

Rientrando nella tenda del Re, ad accoglierci fu il trambusto dei festeggiamenti. C'erano danzatrici del ventre che si muovevano sinuose, ammaliando i Lord ma indispettendo le loro gelose mogli. Un'accozzaglia di altri uomini che brindavano rumorosamente, rovesciando vino dalle coppe con noncuranza, in un altro angolino. E la prima cosa che saltò all'occhio, fu l'assenza della regina e dei suoi figli, che si erano defilati probabilmente perché ancora sconvolti dalla morte del loro galoppino. Individuai le mie sorellastre chiacchierare dall'altra parte della tenda, dove le donne si erano riunite per tenersi lontane dal rumore, e con sollievo feci per raggiungerle. Tuttavia una figura piuttosto alta e ingombrante mi si piazzò davanti con la sua chioma dorata. Lo conoscevo di nomea, non di certo perché fosse importante ricordare il suo nome.

"Principessa..credo non ci abbiano ancora presentati!" esclamò, zeppo fino al mento di aspettative, mentre mi fissava con i suoi grandi occhi azzurri. Un leone di casa Lannister lo si riconosce all'istante. "Io sono Jason Lannister, Lord di Castel Granito" quello era lo stesso uomo che, anni addietro, aveva chiesto la mano di mia madre senza successo. Invece di rispondere a quel suo tentativo di approccio, cercai una via di fuga che mi allontanasse da lui il più possibile. Mi sarei persino sacrificata in una conversazione sui gatti con la Lady Jeyne Arryn pur di scampare a quel supplizio. "Ehm.." si schiarì la gola, visibilmente in imbarazzo dall'essere stato malamente ignorato. "Siete in età da matrimonio.." asserì, suggerendo una sottintesa unione di cui io ignoravo persino l'ipotetica presa in considerazione. Io non ero fatta per quello. "anzi, a diciannove anni dovreste essere già sposata"

"Da che pulpito, Lord Jason" gli feci notare. Aveva oltre i trent'anni e la barba bionda che gli donava un aspetto poco ordinato. Jason avvampò di vergogna, e si voltò a destra e manca nella speranza che nessuno avesse udito. "E con quale sfacciataggine, poi" avanzai "Dopo essere stato rifiutato da mia madre, osate proporvi a me?" 

"Principessa, perdonate la mia insolenza-" balbettò rosso in viso.

"Lord Jason, sarà meglio per voi allontanarvi dai festeggiamenti, non credete?" una voce tuonò alle mie spalle, interrompendo quel goffo tentativo da parte del leone di giustificarsi. E Jason si dileguò senza fiatare, abbandonando la tenda con frettolosi passi.

Ancora una volta, senza che ce ne fosse il benché minimo bisogno, Aemond Targaryen mi aveva salvata. "Credevo fossi andato via" commentai sorpresa. Lo zio sembrava, in verità, incappato nella mia situazione per pura casualità. Ed infatti "Sto cercando quell'ubriacone di mio fratello. Devo riportarlo al castello prima che faccia danni" mi rispose, osservando con occhio vigile ogni persona presente. Non era lì che lo avrebbe trovato, di quello ne ero sicura. "Vino e puttane," replicai schietta, incrociando le braccia dietro la schiena. "Come?" domandò confuso Aemond, forse scioccato dalla mia scelta di parole utilizzate. "E' lì che troverai tuo fratello. Dove vino e donne si vendono a caro prezzo. Ma d'altronde uno come Aegon può permettersi questo lusso"

𝐕𝐀𝐋𝐀𝐑 𝐌𝐎𝐑𝐆𝐇𝐔𝐋𝐈𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora