𝟰. 𝗪𝗿𝗶𝗴𝗴𝗹𝗶𝗻𝗴

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Mi sarei dunque aspettata un'accoglienza migliore di quella che avevo trovato ad attendermi

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Mi sarei dunque aspettata un'accoglienza migliore di quella che avevo trovato ad attendermi. Le notizie appena udite non presagivano nulla di buono, e come se non bastasse, i verdi si stavano lentamente appropriando della nostra casa. Come parassiti, si nutrivano di potere e discordia, assorbendo ciò che aveva portato alla gloria i Targaryen.

Prima di far visita al Re, mi fermai a salutare i miei fratelli minori, che si allenavano in cortile con decisi clangori di spade. Il fango e gli dei solo sapevano cos'altro, a causa del forte calore, avevano cominciato ad emanare odori disgustosi e molto difficili da ignorare: eppure, i due ragazzi dalla chioma cioccolato, non sembravano badarle. Lucerys scattava in avanti veloce e silenzioso come un gatto, mentre dall'altra parte Jacaerys scansava i colpi con leggiadria. "Calma come acqua stagnante" rimembrai osservandoli. La voce del maestro risuonava forte e chiara nella mia mente, mentre mi insegnava a diventare nessuno. "Guizzante come un'anguilla" e alla mia vista si aggiunse un terzo ragazzetto, ora cresciuto e con la stessa inconfondibile chioma. Joffrey. Avrà avuto all'incirca quindici anni, a vista. Si dilettava contro un manichino di paglia, colpendolo a suon di spada. Era abile e veloce, ma non abbastanza forte da abbatterlo.

"E allora? Non venite a salutare vostra sorella?" esclamai a gran voce, facendoli voltare contemporaneamente nella mia direzione. Lo stupore era disegnato sui loro volti: ma soltanto Lucerys scattò per primo, lasciando cadere la spada e, fugace come il vento, verso i gradini per raggiungermi sulla balconata. A seguire, Jacaerys e Joffrey, che parvero come risvegliarsi da un incantamento. "Sorella!" Il terzogenito della delizia mi si lanciò tra le braccia, aggrappandosi alle mie vesti e perdendosi tra i miriadi profumi che avevo acquistato a Braavos. Fragranze ben migliori di quelle che si vendevano nel continente occidentale. "Siete cresciuti sani e belli," gli risposi, quando si discostò lievemente. Ed ora, osservandolo meglio da vicino, scorsi delle lievi lentiggini imporporargli il viso lattiginoso. "Dimmi un po'..come va con l'Alto Valyriano?"

Luce arrossì vistosamente, ma ciò non lo fermò dal rispondermi. Con timidezza, mormorò "Sȳz*" -"Vorrei essere già fluente come te" aggiunse, schiarendosi la voce "Non potrai mai impararlo in un solo giorno..E poi, hai tanto tempo!"

Jacaerys si fece avanti, e con un portamento ed uno sguardo molto più maturi, mi accennò un sorriso. "Si sentiva la tua mancanza a corte, Saera" poi, così come aveva fatto Lucerys, ma con più orgoglio, mi avvolse le braccia attorno al busto e poggiò per qualche attimo il capo sulla mia spalla. "Adesso gli uccelletti avranno qualcos'altro di cui parlare" sussurrai al suo orecchio con divertimento. Dopodiché, lasciò anche a Joffrey lo spazio necessario per salutarmi. "E tu, piccolo ometto? Sei diventato abile con la spada?"

Joffrey annuì compiaciuto.

*bene

❝🐉⚔️❞

Il Parco degli Dei si stendeva in un acro di olmi e pioppi neri, che si affacciava sulla Baia delle Acque Nere. Uno dei luoghi più calmi, dove da bambina preferivo passeggiare, appariva ancora come l'unico posto in cui il tempo poteva effettivamente fermarsi. Tutti i problemi rimanevano chiusi nella fortezza rossa, circondati da spesse mura e porte di ferro. "Quale gioia rivederti Saera!" aveva esclamato il Re non appena lo avevo trovato, affacciato ad una ringhiera insieme al proprio Cavaliere, Otto Hightower. Nutrivo profondo astio per quell'uomo, e non l'avevo mai nascosto. Questo lui lo sapeva bene.

"Vostra Grazia" replicai con un inchino. Viserys era cambiato molto in tre anni: più magro e scarno, con la pelle giallastra e con una perdita vistosa di capelli. Ma nonostante ciò, pareva più in forze che mai. Il Re afferrò le mie mani, facendomi rialzare immediatamente. "Nessuna formalità, nipote cara. Piuttosto fatti guardare!" e così dicendo, mi osservò curioso, mentre un abito decisamente orientale mi avvolgeva la pelle leggermente abbronzata dal sole e dal vento. "Sei proprio una donna" terminò con affetto, lasciando cadere delicatamente le mie mani per rivolersi al Primo Cavaliere. "Otto, ti prego di organizzare immediatamente i festeggiamenti. Voglio uno sfarzoso banchetto nel bosco del re, ed una caccia reale in onore di mia nipote. Dopo tre anni, la prossima discendente deve essere accolta come solo una Principessa merita!" 

𝐕𝐀𝐋𝐀𝐑 𝐌𝐎𝐑𝐆𝐇𝐔𝐋𝐈𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora