𝐕𝐀𝐋𝐀𝐑 𝐌𝐎𝐑𝐆𝐇𝐔𝐋𝐈𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]

𝟰𝟯. 𝗚𝗼𝗼𝗱𝗯𝘆𝗲 𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿

𝗔𝗲𝗺𝗼𝗻𝗱

 "Che cosa sappiamo del Gullet? Tyland è un incapace, avrebbe già dovuto far ritorno" sbottò frettolosamente Aemond, entrando nella sala del concilio ristretto. I maestri si guardarono senza proferire parola, mentre Larys dal piede caprino – reggendosi al proprio bastone – espose l'unica notizia incerta di cui era venuto a conoscenza. "Si dice che la Larva Bianca abbia ottenuto la libertà da Rhaenyra, e che in cambio abbia richiesto di far parte della sua corte. Tyland non ha ancora fatto ritorno, mio Principe"

Il volto del Principe Reggente si increspò. "Prevedibile" mormorò tra se e se. Ed era come se d'un tratto quella guerra stesse perdendo di significato: Aegon se ne stava tutto il giorno a letto, malaticcio, la regina vedova passava il suo tempo al tempio per pregare Helaena e Ser Otto. Il duro lavoro, l'onore, il dovere, spettava a lui. Una volta che si comincia una guerra non la si può interrompere. "Ser Arryk potrebbe fare qualcosa di utile, dal momento che siamo circondati da incapaci e l'unica persona che reggeva il temperamento di mio fratello è morto. Lo manderemo a Roccia del Drago, spacciandosi per suo fratello Erryk ucciderà Rhaenyra e la questione si concluderà quanto prima"

"Credete sia saggio, mio Principe? Se ciò accadesse, la guerra non terminerebbe affatto. Saera Targaryen verrebbe per la vostra testa e per quella di vostro fratello" replicò Larys Strong, riportando a galla sentimenti che Aemond aveva cercato di chiudere in un cassetto e di dimenticare. Aveva persino visitato il bordello in cui aveva perso la verginità, alla ricerca di conforto. Ma non carnale. Conforto materno, che Alicent non gli aveva dato.

"Attenderò Saera alle porte della città semmai Ser Arryk dovesse avere successo. Ora, se non c'è altro, gradirei essere lasciato solo."

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 "Lieta seduzione" indicò Corlys Velaryon verso il bagnasciuga. "Una nave mercantile Pentoshi che porterà i piccoli Principi, scortati da sette delle mie galee da guerra fino al sicuro. Quando sarete salita al Trono, faranno ritorno a casa" Ed osservando quella nave, così modesta da passare inosservata, fui grata al Serpente di Mare. Perché non avrebbe attirato l'attenzione, dal momento che il Gullet era bloccato. Poi Rhaenyra si rivolse a Baela, che – inaspettatamente – sgranò gli occhi, quasi sapesse che a lei fosse destinata la missione peggiore. Un sacrificio enorme. "Baela, tu scorterai Joffrey alla Valle, insieme alle quattro uova promesse alla Lady Jeyne Arryn. Sarai la madre che io non potrò essere per lui, ti assicurerai la sua istruzione, la sua formazione militare.."

Mia sorella era a corto di parole. Soffiava parole confuse, incomprensibili. "Io ho Moondancer, Vostra Grazia! Servo più qui che alla Valle!" esplose poi, facendo offendere sua sorella Rhaena che non era mai riuscita ad avere un drago. Baela sapeva quanto Rhaena avesse sofferto per quel motivo. "Moondancer sarà anche un drago veloce, ma non è abbastanza forte." ribattei, cercando di non accendere il fuoco tra le due sorelle dalla pelle color cacao. Non volevo che il loro ultimo saluto fosse così saturo d'amarezza. "Rhaena è mia consigliera, Baela. Insieme a Vanesha, mi consigliano. Malko è la mia guardia personale. Ognuno ha il proprio scopo in questa guerra e bisogna accettarlo"

Daemon si teneva ben distante dalla discussione, con Ser Erryk al suo fianco e la Larva Bianca come silenziosa osservatrice. Ser Harrold, dal giorno della mia fuga, era purtroppo svanito, ma la mia pena per lui invece no.

"Come Sua Altezza comanda" ribatté Baela Targaryen, chinando di poco il capo prima di voltarsi e correre via, inseguita da sua sorella Rhaena.