𝟱. 𝗠𝗮𝗻 𝗼𝗿 𝗮 𝗺𝗼𝗻𝘀𝘁𝗲𝗿

510 20 3
                                    

La notizia del mio arrivo in capitale, e l'inevitabile caccia nel bosco del re, mi costrinsero a recarmi dalla regina per porgerle i miei saluti

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La notizia del mio arrivo in capitale, e l'inevitabile caccia nel bosco del re, mi costrinsero a recarmi dalla regina per porgerle i miei saluti. Non che desiderassi rivederla dopo tutti quegli anni. Tuttavia l'onore e il dovere mi spinsero verso la sala del trono, dove si era radunata la corte tutta, e i figli di Re Viserys avuti dalla nuova reggente.

"La Principessa Saera Targaryen, figlia di Rhaenyra e Daemon Targaryen" un araldo annunciò la mia entrata, e nel giro di qualche attimo, un'infinità di volti si protese nella mia direzione. La gente, tra la folla, sgomitava da una parte all'altra pur di avere una visione libera e chiara, cosa che accrebbe il mio ego senza che potessi impedirlo. Camminai lungo la navata con le braccia dietro la schiena, e lo sguardo fisso sul nonno, che sedeva sullo scranno di spade con accanto la propria moglie. Alicent non era cambiata affatto: stessi capelli rossi intrecciati e crespi, stesso portamento autoritario, e quella punta di antico dolore negli occhi lucenti. La regina si aggrappò alla mano di suo marito, rivolgendo una breve occhiata ai suoi figli, che riuscirono a catturare la mia attenzione. Ero curiosa di rivedere le loro facce, d'altronde.

La prima a balzare alla mia vista fu zia Helaena. L'unica persona innocente e pura di quella famiglia, dondolava sul posto come una ragazzina mentre ad incorniciarle il volto vi era un sorriso sincero. Di fianco a lei Aemond, ormai divenuto un uomo. Da sempre taciturno ma schietto, il Guercio non nutriva una certa simpatia nei confronti dei miei fratelli: eppure, da bambina, aveva cercato di consolarmi quando Laenor era morto. Prima di giungere ai piedi del trono, lanciai una fugace sbirciata ad Aegon, il maggiore. Uomo vile e di discutibile fama, appariva annoiato dalla mia presenza. Ma ben presto la mia idea su di lui non avrebbe fatto altro che deteriorarsi.

"Vostra Grazia," mi annunciai, inchinandomi prima al Re, e poi alla regina. "Quale sorpresa vederti far ritorno a casa" rispose Alicent, lasciando brevemente la mano di Viserys per venire verso di me. Scese quei quattro scalini, e mi raggiunse per darmi un bacio in fronte. Le sue labbra erano fredde come il ghiaccio. Il mio viso rimase a coppa tra le sue mani piccole per qualche istante, tempo necessario affinché essa potesse osservarmi meglio. "Sei diventata una splendida donna," mi disse. Poi lasciò delicatamente il mio volto, e tornò da Viserys, che ora era stato affiancato dal Primo Cavaliere.

"Dal momento che il Re ha espresso il proprio volere di festeggiare il ritorno della Principessa a corte, tra un giorno esatto si terrà una caccia reale nel bosco del re, ed uno sfarzoso banchetto per onorare Saera in quanto erede di sua madre." gli costò parecchio dire quelle parole. Otto cercava di bilanciare il tono della propria voce nel modo migliore possibile, eppure le sue mani tremanti lo tradirono. La corte esplose in un applauso, riempiendo la sala del trono con esclamazioni entusiaste. Ma non di certo per il mio ritorno. Adoravano infilarsi ai banchetti, spettegolare di chiunque gli capitasse a tiro, e bere vino dorniano in quantità esorbitante. L'incontro si sciolse quando le dame e i signori cominciarono ad abbandonare la sala, riversandosi nei corridoi della fortezza rossa come formiche.

"Nipote," udii raggiungermi prima che potessi allontanarmi in direzione delle mie sorellastre, Baela e Rhaena, le quali mi attendevano dall'altra parte. Mi voltai in direzione di quella voce, e con orribile sorpresa mi resi conto che a rivolgermi la parola era stato proprio Aegon. "Zio" replicai con calma, ignorando quel fastidioso sguardo sudicio e malizioso che mi aveva incollato addosso. "Dove sei stata tutto questo tempo?" e nel frattempo, come un'ombra, scorsi Aemond farsi curioso e muoversi nella nostra direzione. Silenzioso come un gatto. "Nelle città libere" risposi vaga, sperando che quella risposta potesse soddisfarlo. Ma così non fu. "Avrai avuto una sfilza di pretendenti a chiederti la mano, dal momento che quei reietti non vedono una donna dalla chioma d'argento da tempo immemore" così dicendo, si leccò le labbra, scostandosi qualche ciocca sudicia dal viso. E il mio stomaco si contorse con violenza. "Potrebbero chiederla persino a te la mano, se li definisci così disperati" terminai schietta, proprio come una canaglia, ed Aegon spalancò gli occhi sentendosi oltraggiato. "Come osi definirmi-"

"Fratello" sopraggiunse Aemond, afferrandolo per un braccio e pronto a trascinarselo via. Non avrei mai creduto che un giorno mi sarei sentita grata per essere stata graziata dall'intervento del Guercio. Non che ne avessi bisogno, ma mi aiutò ad evitare di creare rogne proprio il primo giorno in cui ero ritornata. "Sarà meglio andare" concluse, lanciandomi un'occhiata ricca di sottintesi che non vedevo l'ora di scoprire.

Quando si furono allontanati, finalmente potei raggiungere Rhaena e Baela.

🐉⚔️❞

La carrozza si era messa in marcia il mattino presto, percorrendo la strada brecciata con il trotto deciso ma non troppo veloce dei cavalli. Mia madre guardava fuori dalla finestrella, persa nei suoi pensieri, mentre il piccolo Aegon III gli sedeva sulle gambe. Viserys il minore, invece, ronfava tra le mie braccia. "Sembrate contrariata" ruppi il silenzio, ma cercando di mantenere un tono di voce basso che non svegliasse mio fratello. Rhaenyra chiuse la tendina e si voltò nella mia direzione. "Lo sembro?" mi rispose abbozzando un sorriso. Tirò su il piccolo Aegon e gli aggiustò una piega dell'abito. "Sono felice che tu sia tornata, non fraintendermi. Ma temo che questa caccia celi ben altro oltre ai festeggiamenti"

"Che cosa intendete dire, madre?"

Re Viserys era senz'altro giostrato dalla mente abile e manipolatrice di Otto, che a sua volta aveva piegato sua figlia sin dalla giovane età, riducendola ad una donna malleabile. Ma non vi avevo scorto nient'altro dietro la felicità del nonno nel rivedermi. "Non hai notato l'assenza di Ser Criston Cole?" mi rese noto con ovvietà. E tuttavia non compresi il ruolo di quell'uomo in tutto quel discorso. "Lui mi odia, e odia i miei figli. C'è una ragione se al tuo arrivo non c'era, ed ho intenzione di scoprire perché."

"Madre," ribattei con un filo di orgoglio "Cosa credete che abbia fatto per tre anni a Braavos? Non ho certo perso tempo ad oziare. Sono cresciuta, sono più forte, abile e intelligente. Scoprirò io stessa se vi è un inganno dietro questa caccia, non abbiate dubbi."

𝐕𝐀𝐋𝐀𝐑 𝐌𝐎𝐑𝐆𝐇𝐔𝐋𝐈𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora