Il clangore delle spade si espanse per tutto il cortile, mentre cercavo di abituarmi al fatto che non avessi più una benda che mi oscurasse la vista. Ero cieca per davvero. "Sinistra!" esclamò Aemond, muovendo i suoi passi nel fango mentre scattavo in avanti con Ombra. Questa cozzò contro l'arma di lui, bloccandosi per qualche attimo. Poi la ritrassi, e feci la mia mossa. "Destra!" risposi, ma – invece di porgere la mia spada verso quella direzione – la spinsi verso sinistra, colpendolo sul fianco della cotta di maglia di ferro. "Avevi detto destra-" borbottò contrariato e dolorante. "Il mio maestro mi ha insegnato che nella danza tutto è concesso. La mia bocca diceva destra, il mio braccio invece diceva sinistra." mi lasciai scappare una risatina, tornando composta.
Quegli allenamenti divennero un'insolita routine. Non che io ed Aemond avessimo un legame prima, eppure in quei pomeriggi all'ombra dell'albero cuore vi trovai conforto. Una ragione per andare fino in fondo alla mia missione, che tuttavia rimaneva ancora un grandissimo dilemma. "Com'è possibile che ti riesca meglio combattere piuttosto che camminare, nelle tue.."
"Condizioni?" ribattei sfrontata, rinfoderando la spada accuratamente. "Ho imparato a combattere con una benda sugli occhi, questo è risaputo. Ma la cecità, quella vera, è ben più invalidante. Io ho intenzione di usarla," il rumore dei suoi stivali che ticchettavano nella mia direzione, per qualche secondo mi fecero irrigidire. Poi lo sentii. Un fiato caldo, molto caldo, che si infranse sul mio viso. "Chi sei diventata veramente?" domandò con un filo di voce, facendo formicolare le mie labbra serrate. Sembrava che in quella domanda risiedessero i suoi dubbi più reconditi, quelli che hai paura di dire ad alta voce, quelli che ti balzano in mente quando sei solo nel tuo letto.
"E che gusto ci sarebbe se te lo dicessi?"
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Al concilio ristretto di quella sera venne richiesta la mia presenza e quella del Principe Aegon, oltre che alla regina, a suo padre il Primo Cavaliere e Rhaenyra. Una richiesta schietta, senza mezzi termini, che mi aveva ridestata da un pomeriggio con il bardo. "Principessa, è stato un onore cantare per voi" dichiarò dolce il ragazzo, e benché non potessi vederlo, dal silenzio che ne conseguì, presupposi si fosse inchinato. Poi Ser Harrold mi accompagnò, taciturno, verso la sala grande dove tutti erano in attesa che giungessi. "Qualora aveste bisogno Principessa.." mormorò la guardia, poco prima di entrare "Apprezzo la vostra lealtà, Ser, ma non ne ho bisogno" dopodiché, tastai con la mano sul portone e trovai il pomello, che girai lentamente.
Una brezza d'aria calda giunse nella mia direzione, con l'aroma pungente del vino che probabilmente qualcuno stava già consumando. "Perdonate l'attesa," e mi diressi seguendo il profumo fruttato di mia madre. Qualcuno spostò la sedia per me, facendomi accomodare. "Adesso che ci siamo tutti direi che possiamo iniziare" così la regina Alicent intavolò il dibattito. "Come ben sapete, il nostro amato re è molto malato e questa conversazione non può più essere rimandata. Dobbiamo scegliere il pretendente al trono..-"
Qualcuno cominciò a sollevare mugolii di approvazione. Mi feci più comoda sulla sedia, benché la mia daga bruciasse a contatto con la cintura, quasi mi pregasse di afferrarla. "Non è ovvio ciò che il re desidera? Bisogna ricordare a questo concilio che anni fa designò la sua primogenita Rhaenyra Targaryen per succedergli?" si intromise Maestro Gerardys, e ciò conseguì il dissenso di un altro dei maestri, uno di quelli che parlava poco e che non mi era mai andato molto a genio. "E' una donna, Maestro. Per secoli uomini Targaryen hanno portato avanti il lignaggio di Aegon il Conquistatore..una donna non può farlo-"
"Andreste contro il volere del re?" mi intromisi, scivolando nella conversazione con un tono di voce ponderato, cercando di frenare l'angustia e la rabbia che cominciavano a crescere dentro di me. "Per il bene del reame? Certo che si, Principessa" rispose il Maestro delle Leggi. A quel punto scattai in piedi. "Che il Dio mi sia testimone.." ringhiai, raggiungendo e sfilando la daga con scaltrezza. "Come, prego?" continuò. E seguendo il suono della sua voce, lanciai la mia daga in direzione di esso. Un rumore disgustoso, il rumore della daga che gli infilzava il cranio, sollevò un immenso trambusto. "Saera!" esclamò Otto Hightower, abbandonando l'etichetta per rimproverarmi. Accanto a me, mia madre sogghignava con un mano davanti al viso, finché la sua non divenne una risata isterica.
"Che razza di addestramento hai seguito nelle terre di quei selvaggi?" dichiarò Aegon, facendo scontrare la coppa di vino sulla tavolata, quasi si esternasse dal panico generale. Tornai a sedermi accanto a Rhaenyra, e allungando una mano raggiunsi la coppa di vino di Aegon, per portarmela alle labbra. "Posso diventare chiunque io voglia." affermai, prendendo un sorso. Deglutii "Parlare con la voce d'altri." e tornò il silenzio ad abbracciare la sala. "Vivere nella loro pelle." in quel momento potei udire soltanto la mia voce.
"Potrei persino diventare te, se lo volessi."
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𝐕𝐀𝐋𝐀𝐑 𝐌𝐎𝐑𝐆𝐇𝐔𝐋𝐈𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]
FanficSaera Targaryen, prima figlia di Rhaenyra e Daemon, è una fanciulla appassionata di libri antichi che ama viaggiare e imparare nuove culture. E' la più giovane a reclamare Vermithor, dopo che il suo ultimo cavalcatore, il Re Jaehaerys, è deceduto. T...