Anika
Prudence venne a svegliarmi quella mattina, proprio come aveva detto Penelope, ma quando bussò alla mia porta mi trovò già in piedi. Avevo indossato la divisa bianca e blu della scuola e stavo riempiendo lo zaino con alcuni quaderni e l'astuccio, i libri li avrei trovati dentro all'armadietto.
Non che fossi una persona mattiniera, anzi, ma dopo la scenata del figlio degli Sheridan in sala da pranzo non ero riuscita a chiudere occhio per tutta la notte. Il letto era il più morbido su cui avessi mai dormito e il cuscino era di piume, ma mi giravo e rigiravo aggrovigliandomi le coperte attorno alle gambe come se fossi stesa su centinaia di chiodi.
Ero troppo arrabbiata, non avevo pensato ad altro che alle sue parole.
Che idiota maleducato, come aveva potuto parlarmi in quel modo? Davanti ai suoi genitori poi.
E se avessero cambiato idea per colpa sua? Avrei trovato un'altra famiglia affidataria probabilmente, ma sarebbero stati gentili come loro?
No, dovevo assicurarmi che tutto fosse filato liscio con l'affidamento. Io e Tyron dovevamo per forza andare d'accordo.
Chiusi la zip dello zaino e me lo misi in spalla, poi mi bloccai quando sentii della musica a tutto volume provenire dalla stanza affianco alla mia. Erano solo le sette del mattino e lui già faceva un baccano infernale, Dio.
Non avevo mai conosciuto una persona altrettanto fastidiosa in tutta la mia vita.
Alzai gli occhi al cielo e feci un respiro profondo prima di decidermi a uscire dalla mia stanza. Passai di fronte alla sua porta, un po' aperta, ma mi costrinsi a non voltarmi nemmeno.
Tieni gli occhi fissi davanti a te, Nik.
Accelerai il passo e mi affrettai a raggiungere la fine del corridoio, poi scesi le scale e tirai un sospiro di sollievo. Ero salva. Svoltai a destra ed entrai in sala da pranzo, già apparecchiata e allestita per la colazione. Jonathan leggeva il giornale intanto che Prudence gli versava il caffè, Penelope invece stava imburrando una fetta di pane tostato.
Erano vestiti con abiti eleganti, ingioiellati dalla testa ai piedi e senza un capello fuori posto. Persino di primo mattino erano perfetti, come usciti da una rivista.
<<Buongiorno Anika.>> fece Jonathan.
<<Buongiorno.>> risposi.
<<Anika! Allora, hai dormito bene?>> mi chiese Penelope con un sorriso raggiante.
Poggiai a terra lo zaino e mi sedetti a tavola, nello stesso posto in cui mi ero accomodata ieri. Era quello di Tyron? Beh, se anche fosse non mi importava. Dubitavo fosse così infantile da mettersi a discutere per una sedia.
<<Molto bene, sì.>> mentii alzando un angolo della bocca.
Mi riempii il piatto di pancake e versai un sacco di sciroppo d'acero sulla torretta, poi iniziai a mangiare. Dopo il primo boccone adocchiai la caraffa colma di succo d'arancia, ma prima ancora che potessi afferrarla Prudence mi precedette.
<<Non c'è bisogno, davvero, posso fare anche da sola.>>
<<Ci penso io, signorina.>> mi riempì il bicchiere, poi incrociò le mani dietro la schiena e si allontanò.
<<Ti ringrazio.>>
Ripresi a mangiare in tutta calma, fino a quando non sentii di nuovo della musica, che sembrava farsi sempre più vicina. Appena il tempo di voltarmi che vidi Tyron entrare in sala da pranzo con una cassa in mano e la canzone "Heartless" di The Weeknd sparata a tutto volume. Aveva addosso la divisa scolastica, solo che la cravatta era annodata male e la camicia era sbottonata fino a metà petto.
STAI LEGGENDO
Heartless
Romance[Dark Romance] "Ti sbagli, io non ho un cuore." "Nemmeno io ho un cuore, ma ti assicuro che ci sono momenti in cui mi sembra quasi di sentirlo battere." ---- Tre semplici ragazze che vogliono vivere la loro vita. Tre ragazzi ricchi e viziati che ha...