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Non ho revisionato ame, but you already know it🌚✨

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Carissa

Dopo aver finito di asciugare anche l'ultima posata e averla riposta nel cassetto, lanciai un'occhiata all'orologio appeso alla parete. Erano quasi le quattro e mezza e l'appuntamento a casa di Evander per le ripetizioni era previsto per le cinque.

Meglio darsi una mossa.

Sbuffai appena e corsi di sopra, a piedi nudi, nella mia stanza. Indossai le Air Force e poi andai in bagno per lavarmi i denti e pettinarmi i capelli, che raccolsi in una coda alta. Non avevo intenzione di truccarmi e men che meno di farmi bella, non per lui. Infatti, non mi ero nemmeno cambiata ed ero rimasta con una tuta nera addosso.

Tirai fuori il pacchetto di sigarette da sotto al materasso, dove lo nascondevo, e lo infilai dentro lo zaino insieme ai libri e ai quaderni. Se dovevo riuscire a tollerare Evander Tristan Jones per un'intera sera avevo decisamente bisogno di una mano, e di fumare come un turco per placare i miei nervi.

Mi misi lo zaino in spalla e uscii dalla mia stanza, tornando al piano di sotto. Stavo per andare in salotto, per recuperare la mia giacca dall'appendiabiti, quando un grido rabbioso spezzò il silenzio che c'era in casa. Persino Genevieve e Corinne, sedute una sul divano e l'altra sulla poltrona mentre guardavano un episodio di Chicago Fire, avevano sussultato per lo spavento.

Uscimmo tutte e tre in corridoio, appena in tempo per vedere nostro padre scendere le scale come una furia, con alcuni vestiti della mamma stretti in mano.

<<Che succede, papà?>> domandò Corinne con la fronte aggrottata.

<<Chi è stato?! Chi cazzo lo ha preso?>> sbraitò lui mentre ci veniva incontro, sventolando un abito verde menta della mamma e un suo scialle nero con dei ricami rossi.

<<Papà, di cosa stai parlando? Non capisco.>> Gen era confusa, così come Cori. L'unica ad aver iniziato a capire cosa intendesse e quale fosse il problema ero io.

<<Una di voi ha preso il suo vestito rosso, quello che indossava quando le avevo chiesto di sposarmi. Chi è stato? Dov'è?>>

Infatti, immaginavo fosse quel vestito il problema, quello che avevo messo al gala.

Papà era rosso in viso per la rabbia. Ciò nonostante attese pazientemente una risposta da parte nostra, che però non arrivò. Corinne e Genevieve rimasero in silenzio, limitandosi a guardarlo. Io invece abbassai lo sguardo, non riuscendo nemmeno a guardarlo in faccia, e incrociai le braccia al petto.

Tanto sapevo che la colpa sarebbe ricaduta su di me, succedeva sempre così. Anche se per una volta ero davvero io la colpevole. Lo avevo preso io quel vestito e, dopo averlo usato, non lo avevo rimesso apposto. Lo avevo nascosto dentro il mio armadio perché volevo che fosse mio.

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