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Non ho revisionato ame🫠❤️

Bimbe di Tyron, questo capitolo è per voi😈


Grace

La sera prima, subito prima di chiudere il Seven Grand, Blaze si era avvicinato alla cassa per pagare e mi aveva scritto su un tovagliolo il suo indirizzo e il suo numero di telefono. La sua grafia era davvero disordinata. Comunque, mi ero salvata il suo numero come "Gangster dei miei stivali" ed ero tornata a casa a piedi.

Quella mattina mi ero alzata alle sei. La mamma doveva ancora rientrare dal turno di notte e toccava a me svegliare Edo, preparargli la colazione, farlo vestire e accompagnarlo a scuola.

Meglio darsi una mossa, la giornata per noi poveri comuni mortali è lunga.

Feci una doccia veloce e mi vestii, indossando dei jeans lunghi e larghi e una felpa rossa, perfettamente abbinata ai miei capelli, che legai in una coda alta. I pantaloncini che tanto piacevano a quell'idiota di Blaze gli infilai dentro lo zainetto che usavo per lavoro.

Con lo zaino in spalla, uscii dalla mia camera e andai dritta in quella di Edoardo, alla fine del corridoio. Non appena aprii la porta, abbassai lo sguardo sul pavimento e iniziai a fare slalom tra le costruzioni, le macchinine i soldatini e i peluche. Quando finalmente raggiunsi il suo letto, dopo aver attraversato quello che mi era sembrato un campo di battaglia, accesi la piccola abat-jour posta sul comodino e mi sedetti sul suo letto.

<<Edo? Devi andare a scuola, su svegliati.>> iniziai a scuoterlo per la spalla mentre lui si rannicchiava sotto le coperte e nascondeva il volto sotto il cuscino, mugugnando.

Io ne approfittai per recuperare il glucometro dal comodino e fargli il pungi-dito, così da controllargli il valore della glicemia. Gli presi dolcemente la mano e lo punsi all'indice, poi premetti sulla puntura così da far uscire qualche goccia di sangue. Prelevai un po' di sangue con la cartina, che poi infilai nella macchinetta.

<<Grace, ahia!>> si lamentò lui dopo la puntura, mentre ritirava la mano sotto al cuscino.

<<Scusami, ho fatto.>> mormorai mentre gli accarezzavo dolcemente i capelli, con l'altra mano invece controllavo il valore della glicemia nel glucometro: 96 mh/dL. Sospirai di sollievo, perché era quasi perfetta. <<Indovina chi ha una glicemia ottima e potrà mangiare i pancakes a colazione?>>

Edo finalmente tirò fuori la testa da sotto il cuscino e si scoprì dalle lenzuola. <<Evvai!>> gridò alzando le braccia per esultare.

Ridacchiai e gli lasciai un bacio sulla fronte. <<Forza, andiamo di sotto, così fai l'insulina mentre li cucino e poi puoi mangiare.>>

Edoardo non se lo fece ripetere due volte, scese dal letto e s'infilò le pantofole, poi corse fuori dalla sua cameretta dalle pareti azzurre e andò in cucina. Lo seguii e, una volta in cucina, indossai il grembiule per mettermi davanti ai fornelli.

I pancakes che preparavo a Edo non avevano lo zucchero ma eritritolo. Non poteva mangiarne in quantità nemmeno sostituendo lo zucchero, ma quanto meno poteva a concedersene uno o due con un po' di frutta come condimento.

<<La mamma non è ancora tornata?>> e si accese la televisione, per guardare un po' di cartoni.

<<No, ma sta per tornare.>>

<<Lavora sempre tanto.>> disse lui mentre preparava tutto l'occorrente per disinfettarsi il braccio e fare l'iniezione d'insulina. Io mi limitai a sorridere appena e ad annuire.

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