20 (I)

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Come non detto ame, avevo intenzione di non dividerlo il capitolo e invece si stava facendo più lungo del previsto. Quindi beccatevi la prima parte🫠

La canzone non so se considerarla adatta al capitolo e a ciò che succederà👀 ma è decisamente iconica e perfetta per il costume dei boyz💅🏻

Evander

Infilai il pennino USB, quello in cui avevo salvato i progetti della Jonidan Corporation che avevo rubato dal computer di mio padre, dentro una busta da lettere bianca, che chiusi con cura.

I giorni scorsi Asso mi aveva fatto trovare dentro l'armadietto di scuola un'altra carta, l'asso di cuori, su cui aveva scritto un solo semplice indirizzo. Non impiegai troppo tempo a capire che quello era il luogo in cui avrei dovuto incontrarlo per consegnargli i progetti.

Era una via che non conoscevo in una zona di Los Angeles in cui non ero mai stato. L'avevo cercata su Google Maps e sembrava un luogo sperduto in mezzo alla campagna.

Perché non voleva incontrarmi al cantiere navale? Perché stava cominciando a uscire fuori dai soliti schemi?

Troppe domande, nessuna risposta. Ma conoscevo abbastanza Asso da sapere che niente era lasciato al caso, che c'era un motivo dietro quella sua decisione. Se voleva che lo incontrassimo lì, perché Tyron si era rifiutato di farmi andare da solo, allora così sarebbe stato. Non eravamo nella posizione di dettare legge, anche perché le carte in tavola stavano cambiando e non sembravano più a nostro favore.

<<E comunque, vi ho già detto che posso farcela anche da solo.>> ripetei per l'ennesima volta, lanciando un'occhiata a Cameron e Tyron. Trafficavano avanti e indietro per la mia stanza, intenti a cambiarsi e a prepararsi per la festa. <<Prendo la moto, vado e torno. Quanto volete che ci impieghi, una mezz'ora al massimo?>>

<<Non rompere il cazzo, Evan. Ne abbiamo già parlato.>> borbottò Tyron, fulminandomi con lo sguardo.

Scossi il capo e nascosi la busta da lettera dentro uno dei cassetti della mia scrivania. Saremo andati a consegnarla dopo la festa. Tanto avrei chiuso la porta della mia stanza a chiave e nessuno ci sarebbe entrato, nemmeno Carissa. Non avrei commesso errori stavolta.

<<Pensate che io sia un idiota? Che non sia capace di badare a me stesso?>>

<<No, pensiamo che non ci si possa fidare di Asso.>> s'intromise Cameron mentre indossava una felpa verde e il berretto del medesimo colore. <<Lo abbiamo sottovalutato, è evidente. Pensavamo di aver trovato un alleato, invece siamo diventati delle marionette senza rendercene conto.>>

<<Dovevamo aspettarcelo, tutti quei vantaggi e quel potere... Era tutto troppo.>> borbottò Ty mentre s'infilava una maglietta blu. <<E poi le spie, cazzo...>>

Già, Tyron ancora non riusciva ad accettare la storia delle spie. Probabilmente odiava l'idea che ci fosse qualcuno a controllarlo, anche se Asso aveva detto che erano lì per i nostri genitori e non per noi.

<<Fanculo, posso anche continuare a fargli da marionetta e a farmi spiare se poi mi da ciò che mi ha promesso. Il resto può andare a farsi fottere.>> tutto poteva andare a farsi fottere, se poi ottenevo ciò che volevo: quella maledetta verità.

Iniziai a cambiarmi anche io. Mi tolsi i pantaloni della tuta grigi davanti a loro e indossai dei jeans neri, una felpa rossa su cui avevo fatto stampare una A gialla e un cappellino rosso. Andai a specchiarmi nello specchio della cabina armadio e alzai un angolo della bocca.

<<Ammettetelo, questi costumi sono un colpo di genio.>> dissi mentre mi sistemavo il ciuffo, dato che il berretto me lo aveva scompigliato. <<Tutto merito della maratona dei film di Alvin e i Chipmunks che ho fatto qualche settimana fa.>>

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