Carissa
<<Cazzo Strawberry, giuro che ti farò pentire di avermi conosciuto e di avermi distrutto.>> mi sussurrò all'orecchio.
Strinsi le mani in due pugni e serrai le labbra. Non volevo più parlare di quella storia, possibile che lui non riuscisse a dimenticarla?
Guardai le labbra di Evan mentre mi soffiava il fumo in faccia e poi i suoi occhi, un mix perfetto tra grigio e azzurro. Il suo volto era così vicino al mio che riuscivo a sentire il suo fiato caldo infrangersi contro la mia guancia.
<<Sì, andiamo. Ho perso già troppo tempo con loro.>> borbottò allontanandosi da me, e finalmente potei tornare a respirare.
La mia maschera di ghiaccio e ferro aveva un punto debole: Evander Jones. Lui era l'unico capace di farmi male come nessun altro, perché mi conosceva e sapeva come e dove colpire.
Solo in quel momento notai la sua camicia sbottonata fino a metà petto, le maniche arrotolate che mettevano in mostra i tatuaggi e l'assenza di una cravatta, che invece Madison si rigirava fra le mani.
Inarcai un sopracciglio. Se aveva un nuovo giocattolino con cui divertirsi, perché continuava a tormentarmi? Mi odiava, no?
Lo seguii con lo sguardo finché non varcò la porta d'ingresso, poi la campanella risuonò per tutto il cortile, segno che le lezioni stavano per cominciare.
<<Car non dargli ascolto...>> mormorò Daphne poggiandomi una mano sulla spalla. <<Non sa di cosa sta parlando.>>
Spostai gli occhi sulla mia migliore amica e mi sforzai di sorridere. <<Figurati, non me ne frega proprio un cazzo di ciò che un ragazzino viziato e che non sa stare al mondo pensa di me.>>
Scrollai le spalle e mi sistemai meglio lo zaino in spalla. Iniziammo a incamminarci anche noi verso l'ingresso, insieme al resto degli studenti.
Il fatto era che, anche se fingevo menefreghismo, mi importava eccome. Mi importava del suo parere, come di quello di chiunque altro.
Non sarei mai stata come Maddison o Melany, con i capelli sempre perfetti, le unghie smaltate e così tanto trucco in faccia da non capire dove finisce la mia pelle e inizia il fondotinta, né volevo esserlo. Ma quelle due piacevano a tutti perché erano il tipo di donna che rappresentava appieno gli standard di ogni singolo uomo.
Un po' ero invidiosa di loro, delle attenzioni che ricevevano. Ma la mia invidia finiva anche qua, perché di essere vuota e senza cervello non mi importava un ficco secco.
<<Facciamo così: mi siedo dietro di te al compito di matematica, così ti posso suggerire le risposte.>> propose Daphne mentre ci affrettavamo a raggiungere la classe di matematica.
Sospirai di sollievo. <<Lo faresti davvero? Dio, sei la mia salvatrice. Se prendo un'altra insufficienza mio padre si incazzerà di brutto.>>
Daph ridacchiò. <<Ma certo, per la mia migliore amica questo e altro.>>
Entrammo in classe e andai spedita al mio solito banco, ma mi bloccai quando vidi il posto dietro al mio occupato da Evander.
<<Quello è il posto di Daphne, levati dalle palle.>> borbottai incrociando le braccia al petto.
Lui in tutta risposta si stiracchiò e appoggiò i piedi sul banco, mettendosi comodo. <<Non vedo il suo nome scritto qui sopra, Strawberry. E anche se fosse, non mi sarei alzato comunque.>>
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Heartless
Romance[Dark Romance] "Ti sbagli, io non ho un cuore." "Nemmeno io ho un cuore, ma ti assicuro che ci sono momenti in cui mi sembra quasi di sentirlo battere." ---- Tre semplici ragazze che vogliono vivere la loro vita. Tre ragazzi ricchi e viziati che ha...