Tyron
<<Come hai potuto?!>> sbottò mio padre, battendo il pugno contro il tavolo con così tanta forza da far tintinnare i bicchieri di cristallo.
Come ho potuto? Sul serio?
La vera domanda era come avevano osato loro introdurre in casa nostra quella sconosciuta. Erano davvero così disperati? Era questa la loro idea per ripulirsi la reputazione davanti all'opinione pubblica, dopo l'episodio di frode di cui erano stati incolpati?
<<Vi avevo detto di non volerla in casa mia. Che cazzo ci fa qui?>>
<<Pensi che ci importi cosa vuoi tu, Tyron?>> papà fece il giro del tavolo e mi venne incontro.
Mi fronteggiò e forse qualche anno prima mi sarei anche sentito intimidito da lui, ma non in quel momento. Ero più alto di lui, ero io a guardarlo dall'alto in basso. E poi, cosa voleva farmi? Mettermi in punizione? Ritirarmi il telefono?
Fanculo, ormai non riusciva più a controllarmi. Mi proibiva di uscire? Restavo fuori casa anche giorni interi. Mi puniva, mandandomi a letto senza cena? Chi aveva bisogno di cibo, quando c'erano parecchie bottiglie di alcol nel minifrigo della mia stanza?
<<Sono stanco di te, Tyron. Sono stufo marcio, maledizione. Sei una battaglia persa. Non sei come->>
Sorrisi falsamente. <<Non sono come Christoffer.>>
Christoffer Sheridan, il figlio perfetto. Christoffer Sheridan, con una borsa di studio per Harvard. Christoffer Sheridan, il futuro amministratore delegato dell'azienda.
Christoffer Sheridan, morto.
Mio padre si massaggiò le tempie e sospirò appena. Sembrò essersi già pentito delle sue parole, ma ormai era tardi e io non dimenticavo. Ricordavo alla perfezione ogni singola volta in cui mi aveva paragonato a mio fratello.
<<Non è ciò che volevo dire, Ty.>>
<<Oh, io dico che lo volevi dire eccome. Beh, mi dispiace se non sono perfetto come lo era lui.>> afferrai la bottiglia di vino rosso dal centro del tavolo e poi mi sfilai le chiavi della macchina dalla tasca dei pantaloni.
Christoffer era fottutamente morto e ancora mi dava il tormento, maledizione.
<<Dove stai andando?>> non mi ero accorto che mia madre si era alzata e mi era venuta incontro fino a che non sentii le sue mani accarezzarmi il volto.
Mi scostai dal suo tocco con una smorfia. <<Fatti i cazzi tuoi.>>
Detto ciò uscii dalla sala da pranzo e poi dalla villa, sbattendomi la porta alle spalle. Scesi velocemente i gradini di marmo e raggiunsi la mia auto, una Bugatti Chiron. Salii a bordo e tirai un pugno al volante con forza.
<<Fanculo.>> borbottai mentre bevevo qualche sorso di vino.
Me l'avrebbero pagata. Tutti loro. I miei genitori e quella schifosa ragazzina.
Tappai la bottiglia con il tappo di sughero e la posai sul sedile del passeggero, poi misi in moto e partii senza nemmeno allacciarmi la cintura.
Quando discutevo con i miei genitori, quando qualunque cosa andava storta, cioè ogni singolo giorno, andavo dalle uniche persone in grado di capirmi, probabilmente perché marce dentro tanto quanto me.
Agirai la fontana di marmo e attraversai il vialetto fino al cancello automatico, che aprii con il telecomando. Mi tuffai nel traffico di LA della sera e guidai fino a Marylin Manor, lì ci abitava uno dei miei migliori amici.
STAI LEGGENDO
Heartless
Romance[Dark Romance] "Ti sbagli, io non ho un cuore." "Nemmeno io ho un cuore, ma ti assicuro che ci sono momenti in cui mi sembra quasi di sentirlo battere." ---- Tre semplici ragazze che vogliono vivere la loro vita. Tre ragazzi ricchi e viziati che ha...