Capitolo Cinquantacinque: Vex, L'ouroboros

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La mente di Raoh naviga nei ricordi, ricordi fatti di rancore, sconfitta e vergogna.
Poche volte il guerriero aveva conosciuto la sconfitta, percepito la paura e caduto a terra. La prima volta era stato con suo padre e maestro, che attraverso allenamenti estremamente duri, gli aveva insegnato l’hokuto shinken.
Poi ebbe la sua prima sconfitta morale con Fudo, quando conobbe l'agghiacciante paura di morire.

Poi venne la sconfitta ad opera di Kenshiro, raggiunta dopo un epico scontro che però non aveva lasciato insoddisfatto Raoh.
Quindi le sconfitte minori avvenute in quel nuovo e strano mondo, dove aveva trovato guerrieri incredibili e fortissimi.
Ma la sconfitta causata dal Grande Sacerdote bruciava nell’animo di Raoh, in quanto l’aveva fatto sentire impotente, inerme e incapace di opporsi al suo potere abnorme.

Ed infine lo scontro contro Attila, dove il guerriero sebbene non stesse utilizzando tutte le sue forze, stava per perdere contro il guerriero di Hokuto, se non fosse stato per l’arrivo di un uomo misterioso, che ha rapito la giovane principessa che Raoh aveva giurato di proteggere.
Quel frangente, quell’attimo di distrazione è bastato al guerriero di Hokuto per cadere vittima del suo nemico, e subire una sconfitta vergognosa e ridicola.

Ora gli occhi di Raoh riaprono, con la luce del giorno che sembra ferire le sue retine.
Il guerriero si sente incredibilmente indolenzito, addolorato e debole.
Eppure è ancora vivo, ma non certamente grazie a lui. Infatti le ferite subite durante lo scontro, più il misterioso veleno che l’aveva colpito l’avrebbero dovuto uccidere.
Eppure era vivo, e grazie a una persona inaspettata e inattesa.

"Finalmente hai riaperto gli occhi…” Dice con tono stanco e annoiato Vex.

“Tu sei il moccioso dell’altra volta!” Dice Raoh, che si mette seduto sentendo però delle fitte al costato. “Ma non eri prigioniero delle valchirie?” Chiede Raoh, che immagina che però sia fuggito.

“Chi io? Prigioniero di quelle arroganti?” Chiede con stizza Vex, facendo un sorriso sghembo. “Mai e poi mai! Io sono un essere libero, e come tale mi muovo!”

“Quindi perché mi hai salvato? E soprattutto come?!” Chiede Raoh, che non si fida del ragazzo.

“Ti ho salvato solamente perché sei necessario al compimento della profezia…” Dichiara con estremo fastidio il ragazzo, come se la vita di Raoh non gli interessasse veramente. “Inoltre il Grande Sacerdote è un ostacolo troppo grande anche per me, ed ho bisogno del tuo potere per buttarlo giù!”

“E perché mai dovrei aiutare un moccioso come te? Io sono il Re di Hokuto, non ho bisogno di allearmi con un bambino per diventare il signore di questo mondo!” Dichiara Raoh, che proprio non gli và a genio il ragazzo.

“Non credere che mi faccia piacere neanche a me…” Dice Vex, che tiene il muso mentre mette il cappuccio. “Ma purtroppo il Grande Sacerdote è estremamente potente, e si avvale di cavalieri del caos dal grandissimo potere.”

“Si dia il caso che ne abbia appena fatto fuori uno…” Dichiara con estremo orgoglio Raoh, lasciando sbalordito Vex che percepiva una strana aura.

“Ora capisco…” Dice Vex, mentre comprende la presenza di ben due dei cavalieri del caos. “Allora Attila e Gilles erano qua per eliminarti una volta per tutte. Immagino che quello che hai ammazzato fosse Hitler, niente male…” Commenta sorridente Vex, che trova che le cose stanno molto meglio di quanto pensasse.

“E avrei ucciso anche Attila, se non fosse apparso quel dannato con Nimoi…” Commenta rancoroso Raoh, che si sente un idiota per quello che è successo.

“Non avertene a male, il Grande Sacerdote ha dato un ordine e i cavalieri del caos non sono famosi per la loro lealtà o correttezza.
In ogni caso fino a quando non scende in campo il cavaliere della morte abbiamo qualche chance…” Conclude Vex, che sembra sinceramente preoccupato.

Hokuto no ken: Raoh's Gaiden "Lemuria" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora