Capitolo Nove: Memento Mori

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Nel campo di battaglia i soldati dell’esercito di Hokuto si lanciano contro le bestie demoniache, che un tempo erano centauri.
I mostri sebbene siano con un rapporto di uno a dieci, sono tanto potenti e forti da spazzare via come mosche gli uomini di Raoh.
Essi non possiedono più un briciolo di animo e sentimento, in quanto la loro mente è stata annebbiata dal potere del talismano.

Essi sono simile a bestie in cerca di sangue, che vedono il mondo soltanto come un grando banchetto.
I soldati, per quanto prodi e coraggiosi, non riescono a infliggere danni consistenti all’esercito nemico.
Ma ecco che scende in campo il comandante del Re di Hokuto, ovvero Ork la mano di Dio.

“Uomini non arretrate! Avanzate, e falciate qualsiasi bestia, demone e creatura osa intralciare il vostro cammino!”
Urla Ork, mentre colpisce alle tempie un centauro, facendogli implodere la testa.

I soldati galvanizzati dal loro comandante, si lanciano in una controffensiva colpendo e facendo a pezzi i loro nemici.
Ork sebbene vede i progressi della battaglia, continua a sentire uno strano senso di pericolo.
Ed ecco che di fronte a lui appare il centauro più grosso, violento e spaventoso di tutti.

“Umano inchinati alla mia persona! Io sono Nesso, comandante delle forze di Chirone e futuro signore di tutte queste terre!”
Dichiara Nesso, che cerca di assumere una posizione imponente rispetto al suo nemico.

“Mi dispiace centauro, ma l’unico che dominerà queste terre è il mio re e signore, il sommo Raoh!” Risponde Ork, con un sorriso mentre scatta verso Nesso.

Nesso è cresciuto in dimensioni, diventando almeno il doppio di un centauro normale.
Eppure i suoi movimenti non ne hanno risentito, aumentando anche la propria agilità e velocità.
Ork vede il centauro scattare verso di lui, a una tale velocità che se i suoi sensi non fossero quelli di un guerriero di Hokuto, sarebbe morto.

“Notevole umano…” Commenta Nesso, che con i suoi zoccoli a frantumato il terreno sul quale poggiava Ork. “Devo dire che sei abile, ma non come me!”

Detto questo Nesso con un movimento del braccio attiva i suoi poteri malefici, evocando da sotto di lui delle radici oscure.
Ork, intuendo la pericolosità delle radici, le evita saltando di lato.
Le radici hanno una grandissimo potere di perforazione, colpendo il bersaglio come se fossero dei proiettili anticarro.
Ma Nesso ha appena cominciato, ed evoca una serie pressoché infinita di radici.

“Guahahahahah! Che c’è umano? Eppure mi sembrava che avessi detto ai tuoi uomini di non arretrare mai!” Dice il centauro, mentre cerca di colpire il guerriero, che continua a balzare da parte in parte.

“Effettivamente ho detto ciò…” Commenta Ork, che non riesce ad avvicinarsi efficacemente all’avversario.

Ork osserva il suo nemico, che ha assunto una posizione di dominanza.
Infatti esso è circondato da una serie incalcolabile di radici, ed ognuna di essa sembra dotata di volontà propria.
Le radici fungono da forma di attacco, ma anche di difesa.
Se il guerriero cercasse di eseguire un assalto diretto, verrebbe certamente trafitto da esse.

“Che c’è umano? Ti vedo in difficoltà!” Dice Nesso, che crea una lancia con decine di radici, e scagliandola contro Ork.

La lancia ha un potere distruttivo enorme, tanto che crea un lungo solco nel terreno, distruggendo ogni cosa che tocca.
Inoltre alcuni soldati che erano poco lontani, vengono travolti e uccisi dal colpo.
Ork si rende conto che deve passare immediatamente al contrattacco, o altri uomini perderanno la vita a causa sua.

“Guahahahah! Il sangue dei tuoi uomini è nutrimento per le mie radici! Inoltre ogni volta che uccido un nemico, io divento sempre più forte!”
Detto questo Nesso diventa effettivamente più grosso.

Hokuto no ken: Raoh's Gaiden "Lemuria" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora