Capitolo Tredici: Risonanza

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Il guerriero della sacra scuola di Nanto siede sopra una roccia, mentre osserva il vasto campo di battaglia devastato dal conflitto.
Gli occhi di Shin non avrebbero mai pensato di rivedere una simile distruzione, ma a quanto pare il destino è beffardo.
In quel mondo magico dove è possibile vedere draghi, orchi e troll, le rovine del mondo dove lui è vissuto e morto stanno riaffiorando come cimeli dal fondo dell'oceano.

Seduto e con un'espressione pensierosa, osserva le macchie di sangue lasciate da Borge.
Infatti il combattimento è stato tracolento e violento, ma prima che Shin potesse dare il colpo di grazia al nemico, esso ha usato un vile trucco per tagliare la corda.
Il guerriero di Nanto si domanda se il suo avversario sarà capace di sopravvivere, ora che ha perso entrambe le braccia e svariati organi.

“Perché mi guardi in silenzio? Non sono degno della tua parola? Shu di Nanto?” Chiede Shin, rivolgendosi all'Airone di Nanto.

“Assolutamente no!” Dice con un largo sorriso il guerriero di Nanto. “Semplicemente mi stavo domandando quali erano i tuoi pensieri, ma soprattutto che cosa tormenta ancora il tuo animo…”

Lo sguardo di Shin si posa sul volto di Shu, del quale può distinguere chiaramente i segni delle cicatrici autoinflitte.
Infatti da bambino aveva saputo che il guerriero di Nanto, aveva offerto la propria vista per salvare la vita di Kenshiro.
Ora secondo le leggi di quel mondo, qualsiasi ferita si aveva subito in vita a causa di un sacrificio non poteva essere rigenerata.

“Che cosa tormenta il mio animo? Dovresti saperlo…”
Risponde semplicemente il guerriero, che osserva il riflesso del suo volto dentro una pozzanghera.

“Shin, devo immaginare che dietro tutto ciò c'è Kenshiro? In tal caso sappi che anche io ho ancora dei rimorsi…”
Ammette candidamente il guerriero, alzando lo sguardo verso il cielo e assaporando il calore del sole.

“Tu dopo Sauzer eri il più potente di tutti noi, eppure non sei stato capace di fermare l'imperatore di Nanto…” Dichiara Shin, criticando direttamente il guerriero. “Eppure devo immaginare che sei vissuto fino alla fine come un vero guerriero di Nanto.”

“Kenshiro ci ha salvato tutti, esso era il più umano di tutti noi. Ognuno di noi ha peccato, io stesso come hai detto tu avrei potuto fare molto di più all'epoca, ma non ho avuto la forza di farlo e mio figlio ne ha pagato le conseguenze…”
Dichiara amaramente il guerriero, mentre ripensa alle eroico sacrificio di suo figlio per salvare Kenshiro.

“Piuttosto…” Dice Shin con sguardo serio. “Non dirmi che sei venuto qua veramente e solamente per parlare di queste cose…”

“No effettivamente c'è una cosa del quale vorrei parlare…”
Dichiara il guerriero di Nanto, tornando serio e composto
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Borge cammina perdendo molto sangue tra le rovine della città, in mezzo alla polvere e ai detriti di edifici crollati.
Il dittatore ha perso entrambe le braccia, tagliate di netto dal guerriero di Nanto.
Quell'essere spregevole ha osato anche portargli via metà del volto, e alcuni organi interni.
Borge e' ancora vivo soltanto grazie alla tecnologia all'interno del suo corpo.

“Che tu sia dannato! Shin della Sacra scuola di Nanto! Giuro che io mi vendicherò di te!” Urla Il dittatore mentre si accascia contro la parete di un edificio.
Borge quindi continua a camminare, lasciando dietro di sé una lunga scia di sangue.
Tutti i suoi uomini o sono fuggiti, o sono stati vigliaccamente uccisi dagli uomini di Nanto. Il suo grande progetto di conquista, sfumato ancora prima di poter incominciare.
Ma ecco che davanti a lui appare un aiuto inaspettato, tanto che lo stesso Borge stenta a crederci.

Hokuto no ken: Raoh's Gaiden "Lemuria" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora