Capitolo Venti: All'alba Del Settimo Giorno

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Giunge la sera del sesto giorno, e il guerriero di Hokuto osserva l'orizzonte.
Raoh sa che al di là degli alberi il nemico si cela , e molto probabilmente all'alba del settimo giorno incomincerà la grande battaglia.
Il suo esercito ha preparato il campo di battaglia, creando torrette di guardia, palizzate, e grandi fossi dove gettare i cadaveri dei nemici.

“E così siamo ormai giunti…” dichiara il guerriero di Hokuto.

“Domani mio signore, sarà deciso l'esito di questa parte di mondo…”
Dichiara un soldato, che ha il compito di portare alto lo stendardo di Hokuto.

“Non di questa parte di mondo! Ma di tutto il mondo!”
Chiarisce il guerriero di Hokuto, non ammonendo il guerriero.

Raoh quindi lascia il perimetro di guerra per tornare nella sua tenda, in quanto desidera ristorare il corpo e la mente.
Ed è così che esso sprofonda in un sonno profondo, un sogno tanto vivido da sembrare reale.
Si ritrova in una landa desertica, dove vede un fuoco di campo e una persona seduta davanti ad esso.

“Chi c'è?” Chiede una voce familiare a Raoh.

“Sono soltanto un uomo di passaggio, un ricordo semmai…” Risponde Raoh.

“Oh comprendo…” Risponde l'uomo che ravviva il fuoco.

Raoh si siede davanti all'uomo, e in esso riconosce la figura di Kenshiro.
Ma quello che ha davanti a sé è un uomo estremamente anziano, come se fossero passati moltissimi anni.
Raoh lo scruta, e in quel momento si domanda se è il suo sogno o quello di Kenshiro.
Kenshiro d'altro canto ormai porta il fardello di acuto da molto tempo, e il suo spirito comincia a diventare più debole.

“Mi domando se questo incontro è voluto dal destino o dal fato…”
Si chiede Raoh, mentre getta uno sguardo verso le fiamme che emanano un calore tiepido.

“Sia che sia per volere del destino, sia che sia volere del fato, i nostri due spiriti prima o poi si sarebbero dovuti reincontrare e ricongiungere.
Eppure una parte di me continua a dire che è ancora presto…”
Dichiara Kenshiro, mentre scostandosi il mantello mostra che manca ormai a lui una mano.

“Che cosa ti è successo?” Chiede Raoh.

“Niente di particolare…” Risponde tranquillo e saggio il guerriero. “Semplicemente la mia carne è il mio spirito stanno diventando deboli, e i miei avversari sono molteplici.
Uno di essi è stato capace di amputarmi una mano, in un momento di debolezza del mio corpo…”

“E Ryu? Come sta?” Chiede il guerriero.

“Ryu? Oh è diventato un grande guerriero! Sebbene io avessi poco realmente da insegnargli….” Dichiara Kenshiro. “Per molto tempo mi sono domandato che cosa avrei potuto insegnare a quel bambino, e alla fine non è stato necessario, dato che il suo sangue ha portato a galla il grande guerriero che era…”

“Bene sono contento…” Dichiara Raoh, che non si sente in diritto di chiedere altro.

Per lungo tempo i due guerrieri come spettri l'uno per l'altro rimangono in silenzio, eppure mentre Raoh e' colto da dubbi, l'anziano Kenshiro sembra sorridere come se la sua anima fosse completamente in pace.
Il Re di Hokuto osserva quell'uomo anziano che una volta era il suo amato fratello minore.
E si domanda se al termine della sua vita avranno modo di incontrarsi, o se il destino sarà tanto beffardo da separarli.

“Kenshiro, io non ho nulla da dirti se non questo. Nella mia vita ho sempre seguito i miei ideali, e ho sempre considerato tu e Toki, i miei più grandi rivali oltre che i miei fratelli più amati.
Ora mi ritrovo a rivivere delle situazioni molto simili al passato, ma lo faccio con una nuova consapevolezza.
Ora in un certo senso, cerco di agire come avresti agito tu, anche se devo dire che eri veramente un ingenuo all'epoca…”
Dichiara il guerriero, mettendosi a ridere per l'ultima affermazione.

Hokuto no ken: Raoh's Gaiden "Lemuria" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora