Capitolo 10

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Petar

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Petar

Sicilia ➳ Palermo.
Zona Zen.

Falena ha il nastro sulla bocca. La sua voce mi stava irritando. Troppe domande rovinano l'appetito. Spezzo la carne e ne mangio un po'. Mastico e lei mi guarda attentamente.

«Ne vuoi?»

Annuisce.

Mi alzo dalla sedia e prendo un po' di carne con la forchetta. Mi avvicino alla ragazza e le tolgo il nastro, ma a metà. Addenta il pezzo e mangia affamata.

«Il tuo rapitore è anche fin troppo gentile. Dove lo trovi uno così?» le domando, ma non riesce a darmi una risposta perché arriva Carmine e le sigillo di nuovo la bocca.

Riporto la posata sul piatto e mi metto accanto all'uomo che mi ha accolto qui a braccia aperte.

«Ecco il tuo pacco.»

«Bravo, Scarface.» si congratula con me e mi dà una pacca sulla schiena, leggera, non troppo forte. Si concentra sulla ragazza e la studia, «perché il nastro?» domanda.

Gli mostro la mano a papera e la muovo per fargli capire che mi stava tartassando di domande. Carmine annuisce perché sa che non amo le chiacchiere. Perdo subito la pazienza.

Chi mi conosce sa che amo il silenzio.

«Lo sai perché ti trovi qui?» Carmine ritorna con quegli occhi marroni su Falena, «il tuo uomo ha ucciso mio figlio e oggi mi ha fatto mangiare un pezzo del suo corpo... Beh, evitiamo i dettagli... Stavo cercando da tempo il punto debole di quell'uomo e oggi abbiamo avuto la conferma che quel punto debole sei tu...»

La ragazza scuote il capo più volte.

«Perché fa no con la testa?» chiede e si porta una sigaretta alle labbra.

Recupero l'accendino dalla tasca e sollevo lo zippo. Striscio il pollice sulla pietrina e gli accendo la cicca. Carmine si fa un tiro e io conservo il mio accendino.

«Non riesce a leggere al di là degli occhi di Kan.» rispondo e gli rubo la sigaretta dalla bocca per farmi un tiro.

Con lui posso azzardare, non è uno di quei boss mafiosi che tratta i suoi scagnozzi come delle merde, anzi li fa vivere nella sua dimora e mangiamo tutti insieme. Come una vera famiglia. Anche zio Luciano e Melissa vengono a trovarci spesso.

«Kan è arrivato.» mi avvisa un ragazzo che è sceso dalla scala corrimano, ma poi risale, dato che fa il piantone sul tetto.

Io e il Boss ci studiamo a fondo. Mi basta un cenno del capo per farmi agire. Mi incammino in quel tunnel e togliendo la sigaretta, libero il fumo dalla bocca. Arrivo alla scaletta, ma prendo prima il fucile di precisione sul banco.

Mi sbarazzo della sigaretta e impugno il tubo d'acciaio con la mano sinistra. Salgo cercando di arrivare al tetto il prima possibile. All'apice, la botola è già aperta. Sbuco fuori guardando il giovane che mi ha avvisato poco fa.

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴍᴀғɪᴏsɪ ʀɪʙᴇʟʟɪ [Primo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora