Capitolo 12

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Luciano

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Luciano

Sicilia ➳ Palermo.
Zona Sud.

Serkan non è stato l'unico ad avere un padre severo. L'ho avuto anche io. Mio padre preferiva di più Joseph. Perché era obbediente e faceva tutto quello che gli chiedeva. Per questo l'azienda di famiglia l'ha data a lui e non a me. Per farmi cambiare atteggiamenti mi mandò in un monastero, con la speranza che sarei diventato meno bastardo.

Oltre a prendermi la licenza da prete ho dovuto poi benedirli con la mia pistola. Era tutto fuorché un monastero. Mi avevano scambiato per un fesso? A Luciano Napolitano non lo prendono per il culo.

Ritorno alla realtà quando accosto la mia Uno Turbo davanti al locale di Tom Bellusci e spengo il motore.

Do un'occhiata a Romina, l'ho portata con me e ci sono anche mini Serkan e Futura. Entrambi seduti sul sedile del passeggero a leccare un ghiacciolo alla Coca-Cola. Il pranzo è finito normalmente, senza litigi e poi ho trascinato con me i miei nipoti.

«Bambini, mi raccomando, non fate niente di strano.»

«Certo.» rispondono e si fanno l'aureola sulla testa. Mi prendono per il culo davanti.

«Siete proprio la sputazzata di Serkan, ma avete preso sicuramente anche da me.» ammetto in un sorriso strafottente ed esco dal veicolo. Chiudo la portiera e vado ad aprire quella dei bambini. Scendono e lo fa anche Romina.

Sbattiamo gli sportelli e ci dirigiamo al locale che a quest'ora è meno affollato.

Qui dentro c'è il mio sogno proibito, la mia luce del mattino, il mio tesoro prezioso che appena mi vede non si alza, resta seduta accanto a mio figlio di cinque anni che ha le mani sul portatile.

Con Rosalinda è finita da un anno, ma io spero ancora in un ritorno. In giro dicono che sono un puttaniere, eppure ho solamente lei in testa e nel cuore.

Non l'ho mai tradita, nemmeno da quando ci siamo lasciati.

È da tempo che ho messo al mio uccello un cartello con su scritto "chiuso per restauri." 

«Sei tornato.» dice Rosa che fa l'indifferente e si lima l'unghia del medio.

«Già. Serkan si sposa.» la avverto e lascia la limetta sul banco. Mi guarda e picchietta le dita sulla superficie.

«Con chi? È na chiattilla?»

«Sirin Caruso.»

Appena la nomino fa una smorfia nauseata.

Rosalinda ha sempre gestito il bordello che si trova nella Zona Centro, fin dai tempi in cui lo faceva Ambrosia. Anche se adesso è Mimì a condurre quella casa di piacere, la proprietaria rimane sempre la mia bella bionda.

Mi avvicino a mio figlio.

«Neanche mi saluti? Peste.»

«Dopo, papà, qui si tratta di vita o di morte.»

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴍᴀғɪᴏsɪ ʀɪʙᴇʟʟɪ [Primo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora