Capitolo 2🔴

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Falena

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Falena

«Mo vengo. Trattienilo.» risponde Serkan a Peppino.

«Va bene.»

La porta si chiude e gli occhi perforanti di Kan tornano su di me. Lo ammiro come se di fronte a me ci fosse un Dio. Mi sono innamorata di lui e ho chiesto di lavorare qui soltanto per stargli accanto. Sono qui da un mese, ma si sa che Serkan è famoso ed è sempre stato il mio chiodo fisso.

Sono arrivata anche col sognarlo.

Non mi sarei aspettata tutto questo stasera, intendo del bacio e di come mi ha toccata e stretta a sé.

Avrei voluto andare oltre, ma mi sono bloccata quando mi ha chiesto del tatuaggio e del livido. Non voglio parlare di come mio padre mi alza spesso le mani. Quando torno a casa gli faccio da serva e se sbaglio le prendo.

Diciamo che venire a lavorare qui è stato anche per fuggire da quell'uomo.

Serkan questa sera mi ha sorpresa perché le ragazze che si porta a letto non le bacia. Se le scopa e basta.

Lo amo così tanto che mi sono fatta tatuare la sua iniziale e so che chiunque potrebbe prendermi per pazza o per malata, ma quando si ama una persona si fanno cose folli.

Serkan si avvicina e io indietreggio. Mi appoggio al muro e il suo fiato si scontra con il mio. Mi sfiora la mascella e mi guarda.

«Se scopro chi è quel bastardo che ti ha messo le mani addosso lo ammazzo.» mormora vicino alle mie labbra e incrocio i suoi occhi cechi dalla rabbia, ma sono anche affascinanti e riescono sempre a disarmarmi.

Gli sfioro la guancia sinistra e lo spingo a me, unendo le nostre bocche. Ritorniamo a baciarci e le sue mani mi stringono i seni. Rabbrividisco al suo tocco e non appena si stacca lo seguo con le mie iridi. Non si mette nemmeno la camicia, esce così, a petto nudo a risolvere i suoi problemi.

Sulla schiena ha il tatuaggio di uno scorpione. È talmente grande che la coda gli arriva vicino al fondo schiena. Sopra le pinze c'è un occhio, penso sia quello di Ra.

Vado a rimettermi il top che lego attorno al collo e sistemo la camicia di Kan sul letto per poi dirigermi in sala dove la musica è alta. Le luci rosse illuminano il posto e a volte cambia in nero perché sono i due colori che piacciono a Serkan.

Rosso passione e nero come la morte.

«Come mai non vuoi pagare i drink? Sei venuto qui per farmi incazzare? Hai infranto i patti che avevamo stabilito.» dice Kan a Valerio.

«Voglio i Napolitano fuori da Palermo. Perché non te ne ritorni a Napoli? Sei un pezzente, Serkan. Non meriti di respirare la mia stessa aria.» lo provoca ancora di più ed è meglio non farlo, Kan non ha controllo.

Di fatti gli parte il tic all'occhio destro. Succede quando diventa rabbioso, è una cosa che non riesce a gestire.

«Malu signu quel tic.» commenta Peppino dietro al bancone, «amò stai calmo, non lo picchiare, altrimenti avremo una Paola arrabbiata», lo avverte, anche se a lui non gliene frega niente.

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴍᴀғɪᴏsɪ ʀɪʙᴇʟʟɪ [Primo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora