Capitolo 27

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Serkan

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Serkan

Siamo ancora in viaggio e invece di dormire come stanno facendo Sirin e gli altri, guardo il soffitto con un braccio dietro la testa. Falena si è praticamente appoggiata a me, mi tiene a sé. Sirin è alla mia sinistra, mi hanno chiuso come un panino.

Salvatore si è messo in mezzo alle mie gambe, con la testa sul mio pene e russa come un muratore.

Killian e Margherita sono a terra, alla fine sono caduti. Petar stringe Falena mentre dorme. L'unico che sta sveglio sono io. Ripenso alle parole che mi ha detto Romina, che faccio schifo e che sono un pezzente. Si scopa mio padre e io sono il figlio di puttana? Da lei non me lo aspettavo e menomale che lo odiava.

Come può una madre andare a letto con l'uomo che ha separato i suoi figli? Solo una malata di testa agirebbe così. Altrimenti non si spiega.

Forse non sono nemmeno suoi. Magari ha detto così perché mi voleva. Non so cosa pensare. Ho solo bisogno di capire che minchia le frulla in testa.

Sospiro e dò un'occhiata a mio fratello. Si è affezionato a Falena. Non ho mai visto il mio gemello così preso da una persona. Anche lui si merita la felicità.

Mi sollevo leggermente e gli riservo una carezza sui capelli. La mano che Falena aveva sui miei addominali è scivolata lentamente e si appoggiata sulla mia pancia. Scruto anche lei che con calma apre le palpebre e mi scruta.

Rimango col gomito sinistro sul letto e incrocio i suoi occhi cerulei. Le sfioro la guancia delicatamente e sposto la gamba destra. La testa di Salvatore sbatte sul materasso ma neanche una cannonata lo sveglierebbe. Dorme tranquillo e io riesco a scivolare via tra tutte queste mani.

Ormai in piedi recupero i pantaloni e li indosso.

«Kan, dove vai?» mi chiede Falena.

«A bere qualcosa. Torna a dormire.» le comando ed esco dalla stanza dirigendomi nella sala computer dove c'è un sol ragazzo che pilota il jet.

Mi avvicino a un monitor e mi siedo, prendendo le cuffie Apple. Le indosso e sistemo il microfono. Accendo lo schermo e mi metto in contatto con uno dei miei dispositivi, quello che ho collegato a casa di Joseph e in ogni angolo di Palermo.

Se Claudia si crede l'unica spiona del mondo, si sbaglia. Anche a me piace farmi i cazzi degli altri. A differenza sua posso perfino vederli dentro casa.

«Cell, mostrami l'ufficio di Joseph.»

«Sì, signor Serkan.»

Cell mi mostra l'ufficio di Joseph. Mio padre è seduto sulla poltrona come sempre, controlla alcuni documenti e la porta si apre all'improvviso. Entra Romina. Lo sapevo che sarebbe andata da lui.

«Come faceva Melissa a sapere che andiamo a letto insieme?» gli domanda e chiude il battente. Si avvicina e Joseph la guarda, si toglie gli occhiali da vista e li lascia sulla scrivania, dedicandole attenzioni.

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴍᴀғɪᴏsɪ ʀɪʙᴇʟʟɪ [Primo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora