Palermo, città ricca di colori, odori e sapori, governata dalla mafia 3.0. Serkan Napolitano, Re della città ha nel suo sangue culture diverse; Americano, Siciliano e Napoletano, il tutto racchiuso in un corpo niente male. Lui e i suoi fratelli, Rom...
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Ｊａｋｅ
Sicilia ➳ Palermo. Isole delle Femmine.
Guardo la luna dalla vetrata. Accanto a me c'è la solita sentinella che ha l'obbligo di sorvegliarmi quando Claudia manca. Se Sirin fallirà, manderà me a compiere il sacrificio.
Anche se sarei stato più astuto di mia sorella, mettendo in atto una finta morte.
Non vorrei mai che uno degli ex spasimanti di Antonia morisse, la mia gemellina non me lo avrebbe mai perdonato.
Preferisco farmi odiare da Sirin che da Tonia.
«Jake...» la voce di Adalgisa mi riporta alla realtà e mi volto. Si stringe le braccia magre e trema, non perché sente freddo, ma per la fame. Il Virus ha completato il suo percorso, «ho fame...»
Vedo la guardia alzare il mitra per spararle e mi metto subito davanti, impedendoglielo.
«Fermo. Che cosa ha detto mia madre semmai fosse diventata ostile?»
«Che l'unico a ucciderla saresti stato tu.»
«Ecco. Dammi il mitra.»
La sentinella me la porge e la afferro. La analizzo e poi guardo il ragazzo con un sorriso in volto. Raccolgo tra le dita la sua cravatta nera e spostandomi alla sua destra lo spingo verso Ada.
«Mangiati a lui, amore.» le ordino.
La mia ragazza gli stringe subito le spalle e gli morde il collo, strappando la sua carne come farebbe ogni cannibale su quest'isola. Le urla della sentinella rimbombano nell'aria e mettono in allerta le altre guardie.
Mi incammino sparando a ognuna di loro. Le pallottole finiscono sui loro addominali e cadono a terra come pedine.
Mi avvicino ad Ada e la afferro dal braccio destro.
«Andiamo, ne hai avuto abbastanza.» le dico costringendola a staccarsi e ad alzarsi.
«Ma ho ancora fame...» risponde con la bocca sporca di sangue e ci guardiamo attentamente. Appoggia le sue mani sul mio viso, «Jake... Non ti faccio schifo così vero?»
Se credeva che il suo cambiamento mi allontanasse da lei si sbagliava di grosso perché non posso smettere di amarla.
Anche se siamo entrambi dipendenti da qualcosa. Io dalla droga e lei dalla carne umana.
«No. Non potrei mai ripudiarti.» la bacio sulle labbra permettendo alle nostre lingue di stuzzicarsi e quel sangue di mescolarsi con la nostra saliva.
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