Palermo, città ricca di colori, odori e sapori, governata dalla mafia 3.0. Serkan Napolitano, Re della città ha nel suo sangue culture diverse; Americano, Siciliano e Napoletano, il tutto racchiuso in un corpo niente male. Lui e i suoi fratelli, Rom...
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Ｄｕｎｃａｎ
Sicilia ➳ Palermo. Zona Centro.
La limousine continua a viaggiare per portarci all'ospedale. Siamo appena giunti a Palermo e scruto Falena che sta divorando la colazione che le ho fatto preparare. L'auto ha a disposizione anche un tavolino su cui appoggiare piatti e bicchieri.
La colazione all’americana è la classica colazione salata a base di uova, salumi, verdure e formaggi e spesso viene chiamata colazione continentale. Solo che ho omesso le uova per una semplice ragione.
«Mi piace questa colazione. Per fortuna non ci sono le uova, le odio di prima mattina.» dice Falena con la bocca piena.
Ecco la ragione del perché ho voluto eliminarle dal menù.
Continua a divorare tutto ciò che ha davanti senza nemmeno ingoiare.
«Dovresti ingoiare prima di parlare. Potresti strozzarti e l'unico che può salvarti, sono io.»
«Lo dici come se non volessi farlo.»
«Hai il vizio di non ringraziare.»
Mi guarda e incrocio i suoi occhi azzurro-verdi. Avvicino il pollice sull'angolo della sua bocca e glielo pulisco, assaporando ciò che stava degustando con tanta enfasi. Rimane a scrutarmi e al mio gesto le sue guance si sono pennellate di rosso.
«Non è da me, io ringrazio sempre.»
«Se lo dici tu ci credo. Finisci la colazione.»
«Io non prendo ordini da te.» ecco che ritorna la ragazza acida che ho conosciuto e assaporato più volte.
Falena è bipolare. Come se avesse il ciclo ogni volta.
«Scommettiamo che farai tutto ciò che ti chiederò?» le domando, sfiorandole la mascella con un sol dito e le alzo il viso, avvicinandolo al mio.
«Che cosa vorresti che facessi?» mormora a un centimetro dalle mie labbra e ha chiuso le palpebre come se la mia vicinanza la mandi in tilt.
«Ti chiederei di masturbarti soltanto per farti capire che sono io a guidare questa partita e non tu.» le soffio sulla bocca e il suo respiro si scontra col mio.
Le piego il labbro inferiore col pollice e lei mi lecca il polpastrello. Neanche si accorge dei gesti che fa.
Sarò anche freddo fuori, ma dentro di me c'è un fuoco talmente ardente che ha voglia di uscire e di bruciare qualsiasi cosa. Vuole mangiarsi tutto.
Ha fame.
Falena apre le palpebre e mi scruta come se fosse drogata.
«Che cosa mi stai facendo...»
«Ti insegno il vero significato di devozione.»
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