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"Ogni incontro è un'occasione, ogni incontro cambia qualcosa

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"Ogni incontro è un'occasione, ogni incontro cambia qualcosa."
- Arthur Rimbaud

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Trascorsi l'intera mattinata a dormire, fino a quando una chiamata improvvisa mi fece svegliare.

Mi lamentai per un attimo, ma quando agguantai il telefono per poter leggere il nome illuminato dallo schermo, il mio corpo venne subito inondato di allegria.

Risposi immediatamente, portando il telefono all'orecchio.

Il numero era di mio padre, ma sapevo benissimo chi in realtà mi avesse chiamata.

«Pronto» disse la voce sottile e tenera della mia sorellina dall'altra parte del telefono, con quel tono dolce e vivace che riusciva sempre a strapparmi un sorriso anche nei giorni più bui.

«Sole, amore mio! Come stai?» dissi io, contenta di sentirla

«Ciao Sofi! Mi manchi tanto, volevo solo sentire la tua voce» rispose lei, con l'entusiasmo di chi aveva mille cose da raccontare ma non sapeva da dove iniziare

«Anche tu mi manchi tantissimo, piccola. Cosa hai fatto di bello oggi?»

«Ho disegnato un sacco di cose nuove e papà ha detto che le appenderà tutte in camera mia!» rispose con orgoglio.

«Davvero? Non vedo l'ora di vedere i tuoi capolavori, sei diventata bravissima, lo sai?» risposi, cercando di trasmetterle tutto l'affetto e l'ammirazione che provavo per lei.

«Grazie, sorellona. E tu? Com'è la tua nuova casa? È bella?» chiese curiosa.

«È bellissima, Sole. Vorrei tanto che tu fossi qui per vederla. Ti piacerebbe tantissimo» risposi, sentendo un pizzico di nostalgia.

«Ci verrò presto, vero? Papà ha detto che potremo venire a trovarti!» esclamò, e il suo entusiasmo mi scaldò il cuore.

«Sì, non vedo l'ora. Faremo tante cose insieme, ti porterò in posti bellissimi» promisi, immaginando già le nostre avventure future.

«Non vedo l'ora, Sofi! Ti voglio tanto bene» disse infine, con una dolcezza che solo una sorellina poteva avere.

«Anche io, Sole. Tanto tanto bene. Salutami papà e digli che lo chiamerò più tardi, va bene?» risposi, sentendo che il tempo passato al telefono era già volato via troppo in fretta.

«Va bene» rispose la piccola, e con un ultimo sorriso mi salutò.

Riagganciai il telefono, sentendomi un po' meno sola. La voce di Sole aveva un potere magico su di me, riusciva sempre a riportarmi serenità e gioia, anche nei momenti più difficili.

Sbadigliai dirigendomi verso il salotto. Sbuffai nel vedere che ancora dovevo sistemare tutto, i bagagli giacevano ancora vicino al divano, come silenziosi promemoria del lavoro che mi aspettava.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora