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"Di qualunque cosa le nostre anime siano fatte, la sua e la mia sono fatte della stessa cosa

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"Di qualunque cosa le nostre anime siano fatte, la sua e la mia sono fatte della stessa cosa."
- Emily Brontë

☆☆☆

Era stata una giornata lunga, di quelle che ti prosciugano di ogni energia e ti lasciano solo il desiderio di rientrare a casa, rifugiarti nella tua routine e, per un momento, staccare la mente.

Dopo aver passato ore in università, non vedevo l'ora di tornare al mio appartamento, mettermi qualcosa di comodo e godermi una serata tranquilla, lontana da ogni pensiero.

Accesi la musica sul telefono, lasciando che una playlist rilassante riempisse il silenzio della stanza.

Mi piaceva l'atmosfera che si creava nella mia piccola abitazione, il profumo di candele accese, il rumore dell'acqua che bolliva per la pasta e la tranquillità che, finalmente, si faceva strada dopo una giornata di corse.

Mi stavo preparando la cena, quando improvvisamente sentii l'abbaiare di un cane in lontananza.

Era un suono familiare, ma all'inizio non ci feci troppo caso.

Eppure, dopo qualche istante, un pensiero mi attraversò la mente come un fulmine.

Ramos.

Quel suono mi ricordava proprio lui, il cane di Kenan.

Mi fermai, con il cucchiaio in mano, e mi affacciai alla finestra della cucina.

Non sapevo nemmeno io cosa stessi cercando, ma la curiosità mi spinse a scrutare verso casa di Kenan.

Le tende della sua camera erano aperte, ma dentro non si vedeva nessuno. Non c'era traccia né di lui, né di Ramos.

Così tornai al mio piatto di pasta, cercando di scrollarmi di dosso quella strana inquietudine.

Gli abbai, però, cessarono bruscamente. E fu proprio quel silenzio improvviso a riaccendere il mio disagio.

Mi affacciai di nuovo, e stavolta vidi la figura di Kenan di spalle, nella sua stanza.

Per un attimo rimasi lì, immobile, a fissarlo, chiedendomi perché mi interessasse così tanto.

La logica mi diceva di farmi i fatti miei, di non dargli troppa importanza. Ma c'era una forza invisibile che mi tratteneva, come un filo sottile e impalpabile che non riuscivo a spezzare.

Poi, al suo fianco, con mia sorpresa, notai un'altra figura.

Accanto a lui c'era una ragazza, bionda, con i capelli lunghi e lisci che le cadevano lungo la schiena, e un sorriso luminoso sul viso.

Non era quella che avevo già visto all'allenamento, no. Questa sembrava diversa, sembrava aver all'incirca la mia età.

Sembravano così a loro agio insieme, ridevano e si scambiavano sguardi complici, come se fossero immersi in una bolla che li escludeva dal mondo esterno.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora