"I sogni a volte si trasformano in incubi, e tu sei stato decisamente il mio incubo migliore"
A Torino, Sofia crede di star finalmente realizzando il suo sogno più grande, ma non immagina quanto presto tutto cambierà.
Kenan Yildiz, giovane talento...
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"Le apparenze sono spesso ingannevoli. Ciò che vediamo all'esterno è raramente tutto ciò che c'è dentro." -Daniel Kahneman
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Sofia
Anche stavolta, non ci ero riuscita. Non ero riuscita a scappare dal suo sguardo.
Così, mi ero seduta da poco su uno dei divanetti in una zona un po' più silenziosa della taverna.
Mi stavo sistemando quei tacchi fin troppo fastidiosi, quando sentii qualcuno sedersi proprio al mio fianco.
Mi augurai non fosse lui, e quando alzai lo sguardo potei per fortuna tirare un sospiro di sollievo.
Sorrisi al ragazzo a fianco a me, aspettando che mi rivolgesse parola.
Agghiacciai nel notare che in realtà l'avevo già visto, il suo viso non mi era nuovo.
Mi irrigidii quando mi ricordai dove e con chi l'avessi già visto.
Era il ragazzo che parlava con Yildiz poco fa, quello che presumevo fosse un altro amico d'infanzia dei due.
«Piacere, Thomas» mi porse la mano, senza dire nient'altro.
E nonostante la mia agitazione, ricambiai la presentazione «Sofia» sorrisi e porsi la mano a mia volta.
«Ti ho vista prima e dovevo conoscerti a tutti i costi» disse poi, sorseggiando l'ultimo goccio di champagne.
I suoi occhi chiari mi colpirono, ma non quanto quelli a cui ero andata incontro qualche istante fa.
Risi leggermente, mostrandomi compiaciuta «Beh, ne sono contenta» risposi.
Lui e Yildiz potranno pure essere amici e com'è lecito avere anche molte cose in comune, ma sicuramente il modo di approcciare non è una tra queste.
Almeno questo Thomas non era riuscito a farsi odiare dalla prima frase.
Eppure io lui lo conoscevo da molto tempo, ma purtroppo in modo fin troppo superficiale.
«Non ti ho mai vista fino ad oggi, come mai?» mi chiese, curioso.
«Sono nuova qui a Torino e ho conosciuto Sara solamente qualche giorno fa a lavoro» il sorriso non si spense nemmeno per un secondo, dovevo mostrarmi il più spensierata possibile, nonostante la mia testa fosse altrove.
