"C'è una parte di noi che sa la verità, e un'altra che sa come dimenticarla."
-Albert Camus☆☆☆
Oggi, dopo l'allenamento, ero più stanco del solito.
Mi passai una mano tra i capelli, ancora umidi di sudore, mentre raccoglievo la borsa dagli spogliatoi.
Inserii una gomma in bocca e mi misi gli auricolari, isolandomi, come ormai stavo facendo da tutta la mattinata.
Non avevo rivolto parola a nessuno, e nonostante i tentativi dei ragazzi di coinvolgermi nelle loro battute, avevo preferito rimanere in silenzio.
I loro volti mi passavano accanto sfocati, come una parte di una quotidianità che, oggi, sentivo di non voler condividere.
Evitarli era più semplice che affrontare il rischio di parlare di Marisol, di quel peso che mi portavo appresso e che avevo tentato di ignorare per giorni.
Sapevo che i ragazzi avrebbero finito per tirar fuori la questione, magari anche in tono scherzoso, senza rendersi conto di quanto mi stesse divorando dentro.
Così, salutai brevemente e uscii dalla continassa senza voltarmi.
Una volta in macchina, accesi il motore e mi presi un attimo, restando immobile, con le mani strette sul volante.
Mi sarei aspettato di fare la strada di sempre, tornare a casa come al solito, ma oggi le cose stavano diversamente.
La routine era destinata a spezzarsi, stravolta da qualcosa che avevo atteso ansiosamente dalla sera prima.
Il risultato del test del dna.
Sospirai, e mi resi conto che stavo trattenendo il fiato come se ogni respiro potesse farmi deviare dal mio scopo.
Ogni parte di me sperava in una sola cosa, ovvero che il dna di quel bambino non corrispondesse al mio.
Ma dentro, nascosta sotto strati di autodifesa e disperazione, sapevo che c'erano tante possibilità che dimostrassero il contrario.
Ripensai a quella sera... Avevo usato il preservativo, non era stato un atto impulsivo, ma attento, un gesto per proteggermi da possibili conseguenze.
Eppure... mi ero accorto troppo tardi che era bucato. E quello era un dettaglio che poteva sembrare insignificante ma che ora era in grado di spiegare ogni cosa.
"Prendo la pillola" mi aveva rassicurato lei, con quella leggerezza che sembrava voler calmare ogni dubbio.
Ma, di fronte all'incertezza che ora mi divorava, quelle parole sembravano vuote, prive di senso.
Marisol. Sapevo bene che tipo di persona fosse, e a quanto pare non solo io, dato che tutti erano a conoscenza della sua reputazione.
Era nota per essere stata con gran parte della squadra, quasi come se rincorresse una rivalsa personale o cercasse una forma di conferma continua.
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Like a dream || Kenan Yildiz
Fanfiction"I sogni a volte si trasformano in incubi, e tu sei stato decisamente il mio incubo migliore" A Torino, Sofia crede di star finalmente realizzando il suo sogno più grande, ma non immagina quanto presto tutto cambierà. Kenan Yildiz, giovane talento...