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"La vita è fatta di sorprese

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"La vita è fatta di sorprese. Chi non è pronto ad affrontarle, è già sconfitto."
-Paulo Coelho

☆☆☆

L'aria gelida mi penetrava nella pelle mentre camminavo velocemente verso casa.

Avevo passato l'intera mattinata all'università, tra lezioni interminabili e discorsi che sembravano allungarsi all'infinito.

Così ora non desideravo altro che tornare a casa, mettermi comoda e rilassarmi, magari sprofondando nel divano con una tazza di tè caldo.

Dopo la giornata di ieri, in cui il mio umore si era ben adattato al meteo grigio e piovoso, oggi Torino sembrava rinata.

L'aria era fresca ma vivace, il cielo terso di un azzurro quasi accecante, e il sole splendeva alto, donando alla città una luce dorata che quasi mi riscaldava.

Nonostante le temperature rigide, camminare sotto quel sole tiepido mi fece sorridere, come se l'inverno stesso avesse deciso di concederci una tregua, almeno per un po'.

Quando finalmente svoltai nella mia via accelerai il passo, impaziente di raggiungere il portone di casa.

Mi immobilizzai, però, quando proprio davanti casa notai una macchina fin troppo familiare. Sgranai gli occhi, incredula.

Insomma, non doveva essere per forza la sua.

Continuai, avanzando stavolta più lentamente, fino a quando la portiera di quella macchina si aprì e una piccola figura saltellò giù.

A quel punto non ebbi più dubbi, e il mio cuore perse un battito dalla gioia.

La mia sorellina, Sole, correva verso di me con le braccia spalancate, i suoi capelli biondi che fluttuavano in aria.

Mi piegai in avanti, accogliendola tra le braccia con una risata gioiosa.

«Piccola! Come stai?» le chiesi, stringendola forte. Il suo corpo era piccolo e caldo, e il suo abbraccio sincero mi scaldava più di qualsiasi coperta.

«Bene, non vedevo l'ora di rivederti» rispose con un sorriso così ampio che sembrava poter illuminare la strada intera.

Poi, dal lato opposto della macchina, vidi la figura di mio padre uscire con un sorriso compiaciuto dipinto sul volto.

Mi morsi il labbro, emozionata «Ma che ci fate qui?» chiesi, ancora incredula, con un nodo di gioia che mi stringeva la gola.

«Sorpresa!» rispose lui, ridendo «Sole voleva vederti e io pure. E poi, volevamo dare un'occhiata alla tua casetta... così eccoci qui!» esclamò, aprendosi in un abbraccio.

«Grazie, papi» dissi con voce tremante per l'emozione, mentre mi stringeva forte.

Sentire di nuovo il suo profumo familiare, quella sicurezza che solo un padre può dare, mi riportò indietro agli anni passati.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora