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"A volte le cose più difficili da vedere sono quelle che hai proprio davanti agli occhi

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"A volte le cose più difficili da vedere sono quelle che hai proprio davanti agli occhi."
-Ralph Ellison

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Non era proprio così che mi aspettavo di fare la mia prima spesa per la mia casetta dei sogni.

Con migliaia di buste appese alle braccia e una leggera foschia mattutina che sembrava rendere l'aria più pesante, lottavo disperatamente per inserire la chiave nella serratura.

Il freddo di Torino in questa stagione aveva un modo tutto suo di insinuarsi nelle ossa, rendendo le dita rigide e impacciate.

«Porca puttana!» imprecai, frustrata dopo l'ennesimo tentativo fallito.

Le buste minacciavano di scivolare dalle mie mani, e un sottile filo di sudore iniziava a formarsi sulla mia fronte nonostante il freddo pungente.

Sbuffai rumorosamente, il respiro si condensava in nuvole bianche davanti a me.

Mentre stavo per cedere e appoggiare tutto a terra, una presenza alle mie spalle attirò la mia attenzione.

«Vuoi una mano?» chiese una voce familiare, con un tono gentile ma carico di una nota di divertimento.

Mi girai, esausta, e trovai Sara che mi osservava con un sorriso divertito, con il volto nascosto dietro una sciarpa di lana spessa.

Lei era sempre impeccabile, persino di domenica mattina, con i capelli perfettamente raccolti e un'aria fresca e riposata.

Sembrava quasi fuori posto, con quel suo aspetto ordinato in contrasto con la mia evidente lotta contro le buste della spesa.

Non sapevo perché in questo momento si trovasse qui, ma avevo bisogno di aiuto, quindi non me lo feci ripetere due volte.

«Ti prego» sbuffai, e senza dire altro, le passai alcune delle borse.

Il sollievo fu immediato, quasi come se un enorme peso si fosse sollevato dalle mie braccia, ma la mia frustrazione non si placava.

«Non immaginavo che questa sarebbe stata la parte più dura dell'avere una casa tutta mia» dissi, riuscendo finalmente a infilare la chiave nella serratura.

La porta si aprì con quel solito cigolio che, in qualche modo, sembrava prendersi gioco di me.

Sara rise, il suono allegro che risuonava nel piccolo ingresso mentre mi seguiva all'interno.

«Dai, non è così male. E poi, pensa a tutto quello che potrai fare qui dentro»

«Sì, immagino» risposi ironicamente, cercando di liberarmi delle ultime buste e accendendo la luce.

Mentre sistemavamo la spesa in cucina, Sara sembrava avere una strana energia, un entusiasmo che non riusciva a trattenere.

Mi osservava con uno sguardo malizioso, come se nascondesse qualcosa di importante.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora