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"Gli occhi sono lo specchio dell'anima, ma a volte ci vuole un po' di tempo per capire cosa vi si riflette

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"Gli occhi sono lo specchio dell'anima, ma a volte ci vuole un po' di tempo per capire cosa vi si riflette." -C.J. Redwine

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Kenan

Quella mattina mi svegliai piuttosto presto, ben prima che la sveglia potesse suonare.

Il buio fuori dalla finestra mi fece dubitare per un momento che fosse già l'ora di alzarsi.

Ancora addormentato, guardai l'orologio sul comodino, erano quasi le sette, ma il sole sembrava non voler sorgere.

Le nuvole grigie dominavano il cielo, annunciando una giornata fredda e malinconica.

Mi rigirai nel letto più volte, stringendo le coperte contro il petto, cercando di riassaporare quel calore che sapevo mi sarebbe mancato non appena avessi messo piede fuori.

Provai a chiudere gli occhi e a ritrovare il sonno perduto, ma era come se la mia mente si rifiutasse di riposare.

C'era un'energia strana nell'aria, un senso di attesa che mi costringeva a restare sveglio. Mi resi conto che non avrei più dormito, almeno non quella mattina.

Sbuffai e, con un gesto rassegnato, mi alzai dal letto, avvicinandomi alla finestra per guardare fuori. Una sottile nebbia aleggiava sul quartiere, avvolgendo gli edifici in una quiete irreale.

Ma non era certo il meteo ad attirare la mia attenzione quella mattina, né la luce fioca dell'alba che stentava a illuminare il cielo.

C'era altro che cercavo, una presenza che mi aveva tenuto sveglio, inquieto, per tutta la notte.

Fu allora che la vidi, nella cucina di fronte alla mia stanza da letto.

Sofia era già in piedi, intenta a prepararsi la colazione.

I suoi movimenti erano fluidi, ma decisi. Portava i capelli legati in una coda alta, e indossava un maglione ampio che le cadeva morbido sulle spalle.

La luce soffusa della cucina le illuminava il volto, creando un contrasto netto con il buio esterno.

Per un attimo, mi sentii un intruso a osservarla così, ma non riuscii a distogliere lo sguardo.

C'era qualcosa di ipnotico nella sua semplicità, nel modo in cui si muoveva con naturalezza, come se fosse inconsapevole di quanto lei stessa mi affascinasse.

La vidi armeggiare con la macchinetta del caffè, versare il latte in una tazza. Mi chiesi a cosa stesse pensando, se anche lei avesse avuto una notte insonne, come me.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora