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"Non c'è niente di più triste di una relazione che non è mai sbocciata, eppure è come se il cuore non volesse lasciarla andare

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"Non c'è niente di più triste di una relazione che non è mai sbocciata, eppure è come se il cuore non volesse lasciarla andare."
-Haruki Murakami

☆☆☆

Sofia

A momenti, sarebbero venuti Sole e mio padre a trovarmi, e io non stavo più nella pelle.

Era passato un po' di tempo dall'ultima volta che li avevo visti qui, nella mia nuova casa, con un ospite che aveva rotto l'equilibrio di quella stanza con la sua sola presenza.

Ricordavo ancora perfettamente quel giorno.

Ma oggi era diverso. Oggi, accanto a me, c'era Sara, che ora mi stava aiutando a finire di preparare delle deliziose lasagne per l'occasione.

«Io amo i bambini, non vedo l'ora di conoscere la piccola!» esclamò Sara con entusiasmo, infilandosi i guanti da forno e sistemando la teglia fumante al centro del tavolo.

Il profumo di ragù e besciamella riempì la cucina, portando un po' di calore in quella giornata che altrimenti sembrava fredda e lontana.

«Sono più che sicura che andrete d'accordo» risposi, mentre sciacquavo i piatti rimasti nel lavandino.

Cercai di sorriderle, ma l'ombra di Kenan apparve fugace nei miei pensieri. Lui era l'unico, qui a Torino, ad aver conosciuto Sole.

Quella semplice constatazione fece riaffiorare un ricordo doloroso, e le parole mi uscirono senza pensarci «Anche con Kenan andava d'accordo...»

Sara mi lanciò subito uno sguardo di disapprovazione, e una lieve piega sulle sue labbra che tradiva una preoccupazione sincera si fece spazio sul suo viso.

«Basta pensare a lui, Sof» disse, la sua voce era decisa ma dolce, quasi a voler nascondere il rimprovero.

Non sapeva quanto le mie parole fossero involontarie, quanto lui occupasse ogni angolo della mia mente.

«Fosse facile...» risposi con un sussurro, più rivolto a me stessa che a lei.

Il mio petto si sollevò in un respiro lungo e pesante, mentre cercavo di radunare i pensieri e di focalizzarmi sul presente.

Stavo per cedere alla tentazione di sfogarmi, di confessare tutto quello che mi stava distruggendo dentro, quando il campanello suonò, interrompendo quel momento di vulnerabilità.

Sara mi rivolse uno sguardo entusiasta, mentre gli occhi le brillavano di curiosità.

La seguii fino alla porta, cercando di soffocare l'ansia con un sorriso forzato.

Appena aprii, Sole si lanciò tra le mie braccia con una risata squillante che fece evaporare tutte le mie paure, anche se solo per un istante.

«Sofi! Mi sei mancata tantissimissimo!» esclamò stringendomi il collo con le sue braccia esili.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora