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"È nel momento in cui ci allontaniamo che capiamo davvero chi vogliamo accanto

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"È nel momento in cui ci allontaniamo che capiamo davvero chi vogliamo accanto."
-Richard Bach

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Stanotte, Sara aveva deciso di dormire da me. Sapeva che quella non sarebbe stata una notte facile e, senza dire nulla, aveva semplicemente passato la serata sul divano, tra battute leggere e silenzi carichi di tutto quello che non riuscivo a dire.

Mi era stata accanto come una sorella, e adesso, con un'energia che non avrei mai avuto al suo posto, tentava di convincermi a seguirla agli allenamenti dei ragazzi.

«Sofia, davvero... se resti qui da sola, finirai solo per deprimerti di più» mi disse, mentre apriva il rubinetto del bagno e lasciava scorrere un po' d'acqua gelida tra le mani prima di lavarsi il viso.

Io la osservavo dall'ingresso del bagno, con le braccia incrociate al petto «Non voglio vederlo, Sara. Non riuscirei nemmeno a fingere di ignorarlo» ammisi, e ogni parola sembrava scavare un po' di più nella mia resistenza già fragile.

Lei si asciugò il viso e mi lanciò un'occhiata paziente, quasi compassionevole.

«Pensaci bene... Credi che non lo vedrai mai più? Sofia, abita di fianco a te, non è uno che puoi evitare all'infinito... e forse rivederlo oggi, con me accanto, sarà meno difficile che ritrovartelo davanti in un giorno qualunque, quando sarai sola» spiegò, paziente.

Avrei voluto oppormi ancora, trovare una scusa qualunque, ma sapevo che infondo aveva ragione.

Sospirai, sentendo le mie ultime difese cedere, e annuii. Dopotutto, preferivo affrontarlo con lei al mio fianco piuttosto che ritrovarmi sola di fronte a quella realtà.

In alternativa, avrei dovuto andare all'università. E l'idea di dover seguire quattro ore di lezione con la testa che continuava a viaggiare altrove, mi sembrava quasi una tortura.

E così, qualche minuto dopo, eccoci alla continassa. Sara e io prendemmo posto sulle tribune, in quell'angolo che ormai era diventato praticamente di nostra proprietà.

Lei cercava continuamente di coinvolgermi in una conversazione, forse per distrarmi, per rendere più leggero l'attimo in cui lo avrei visto entrare in campo.

«Sai che la settimana prossima vogliono organizzare un'altra cena tutti insieme? Ci saranno anche le ragazze, e potremmo andare tutte e due, magari...» mi suggerì, alzando le spalle con un sorriso incoraggiante.

La guardai storcendo un po' il naso «Non so... dipende. Mi sento ancora un po' a disagio in mezzo a loro» risposi riferendomi a Lucia e le altre fidanzate dei ragazzi «sì sono bravissime, ma sai com'è... e poi...»

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora