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"Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce

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"Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce."
-Blaise Pascal

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«Non ci credo avete scopato, lo sapevooo!» urlò Sara incredula al mio fianco, seduta accanto a me sulle tribune.

Alla fine avevo ceduto ed ero venuta ad assistere all'allenamento pomeridiano dei ragazzi, proprio insieme a lei.

La luce del tramonto aranciato si rifletteva sul campo, e il rumore degli scarpini sul terreno erboso creava un ritmo costante.

«Shhh, sei pazza? Ti sentono tutti!» la rimproverai a bassa voce, cercando di mantenere un tono serio, ma non riuscendo a trattenere un sorrisetto divertito.

Sara scosse la testa, ridendo sotto i baffi «Secondo te Kenan non gliel'ha già detto a tutti quanti? Anzi, è strano che non l'abbia detto a me prima che potessi farlo tu» disse con tono ragionante, facendomi riflettere.

Aveva ragione, Kenan non era il tipo da mantenere certi segreti, specialmente con i suoi amici.

«Vabbè, comunque non facciamo casino» conclusi, tentando di porre fine alla conversazione.

«Mi stai dicendo che vuoi veramente restare muta per due ore ad osservarli faticare e passarsi la palla?» mi chiese sollevando le sopracciglia e puntando il campo davanti a noi.

La guardai stranita, corrugando la fronte «Certo, io sono venuta qui per questo» risposi con fare ovvio.

Sara mi fissò per un attimo, incredula, poi scoppiò a ridere «Sof, si vede lontano un miglio che sei qui solo per vedere Kenan»

Le lanciai un'occhiataccia, cercando di reprimere un sorriso. Non potevo darle tutti i torti.

Nonostante cercassi di concentrarmi su tutti i giocatori, che avevo sempre sognato di vedere dal vivo, il mio sguardo continuava a cercare Kenan in mezzo a tutti loro, e non riuscivo a distogliere l'attenzione da lui, nemmeno quando Sara tentava di riportarmi alla conversazione.

Il tempo passava, e l'allenamento proseguiva con un ritmo costante, intervallato solo da qualche pausa per bere o ricevere istruzioni dall'allenatore.

La mia mente vagava tra i pensieri, ricordando la notte precedente.

Le sue mani, la sua voce bassa e ruvida nel buio, e quella connessione che avevo sempre cercato di evitare, ma che alla fine mi aveva completamente avvolta.

Mi scossi da quei pensieri quando, una volta terminato l'allenamento, notai Kenan avvicinarsi al lato del campo, dove una ragazza si avvicinò a lui con passo deciso.

L'avevo già vista da qualche parte, sembrava familiare, ma non riuscivo a collocarla esattamente.

«Chi è quella?» chiesi a Sara, cercando di mantenere la voce casuale, anche se dentro di me sentivo un leggero fastidio farsi strada.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora