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"Nella profondità della tua vita, in ogni cosa che ti attrae, è sempre presente un pericolo

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"Nella profondità della tua vita, in ogni cosa che ti attrae, è sempre presente un pericolo."
-Rainer Maria Rilke

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Passeggiavo nervosamente avanti e indietro per il salotto, giocherellando con i lacci della felpa.

Il telefono, stretto tra le mani, sembrava pesare più del solito mentre cercavo di chiamare Sole, la mia sorellina.

Avevo provato a contattarla questa mattina, ma, con la testa piena di pensieri, mi ero completamente dimenticata che fosse a scuola.

Ora, finalmente, potevo sentirla.

Dopo qualche squillo, invece della voce di mio padre, dall'altra parte del telefono rispose direttamente lei, con il suo tono squillante e pieno di entusiasmo.

«Ciao Sofi!» esclamò tutta entusiasta.

Il mio umore cambiò in un istante. Il sorriso mi si allargò sulle labbra, facendomi dimenticare, almeno per un po', tutti i problemi che avevo in testa.

«Ciao piccolina, come stai?» chiesi, lasciando che la sua allegria mi travolgesse.

Parlammo per un po', lei mi raccontava della scuola, delle sue amiche e delle avventure di ogni giorno, mentre io ascoltavo e rispondevo come se fossimo due amiche, nonostante la decina di anni di differenza tra noi.

Per un attimo, tutto il resto sparì. Non c'era Kenan, non c'erano i miei problemi, solo lei e la sua voce che mi riportava a una normalità semplice e sicura.

Ma non durò molto. Sapevo che, prima o poi, sarebbe arrivata la domanda che cercavo di evitare da quando avevo portato il telefono all'orecchio.

«Come sta Yildiz? Voglio vederlo di nuovo!» esclamò con allegria, e il mio sorriso si congelò in un istante.

La leggerezza che avevo sentito fino a un secondo prima si infranse come un vetro. Sembrava che tutto, in qualche modo, tornasse sempre a lui.

Era come se l'universo si divertisse a farmi inciampare continuamente nel suo nome, anche quando volevo evitarlo a tutti i costi.

«Sta... sta bene» risposi incerta, cercando di mascherare l'irritazione «ma non credo che lo rivedrai presto, tesoro» le dissi con tutta la dolcezza che potevo, ma dentro di me c'era solo rabbia.

Non volevo più avere niente a che fare con Kenan, e sentire che mia sorella fosse così affezionata a lui nonostante l'avesse visto solo una volta non faceva che peggiorare la situazione.

Dall'altra parte del telefono, sentii la delusione nella sua voce «Nooo... e perché?»

Mi morsi il labbro, cercando di pensare a una risposta che non la turbasse troppo «Te lo spiegherò più avanti, piccola. Ora vai da papà, ok?» deviai il discorso, sentendo il bisogno di smettere di parlare di lui.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora