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 "La verità è sempre una piccola cosa che viene nascosta sotto un sacco di cianfrusaglie

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"La verità è sempre una piccola cosa che viene nascosta sotto un sacco di cianfrusaglie."
-Friedrich Nietzsche

☆☆☆

La mattina dopo, mi svegliai di nuovo nel letto di Kenan, ma stavolta, un dolore sordo mi impedì anche solo di pensare di alzarmi subito.

Il mal di testa era così forte che mi costrinse a rimanere immobile, mentre le dita si muovevano automaticamente per massaggiarmi le tempie, nel disperato tentativo di trovare un po' di sollievo.

Il buio della stanza era spezzato solo dai primi raggi di sole che filtravano attraverso le tende, creando un'atmosfera quasi ovattata.

Ero ancora girata su un lato, con il volto affondato nel cuscino.

La prima cosa che feci fu allungare il braccio verso l'altro lato del letto, cercando con la mano il corpo di Kenan.

Mi aspettavo di trovarlo lì, ancora addormentato, con il suo respiro regolare e caldo che mi aveva cullata fino a qualche ora prima.

Ma, con mio disappunto, il suo posto era vuoto

Una strana ansia mi colpì all'improvviso, ma cercai di non farci caso.

Forse era solo la febbre, o il mal di testa, ma quel letto senza di lui sembrava troppo grande e vuoto.

Mi imposi di non cedere subito all'angoscia, convincendomi che probabilmente si era svegliato prima di me, magari per sbrigare delle cose prima della partita di stasera.

Con un sospiro stanco, raccolsi tutte le forze che avevo e mi alzai lentamente, anche se il mondo sembrava girare intorno a me a una velocità insopportabile.

Camminai fino alla porta della camera con passi lenti e incerti, trascinandomi verso la cucina.

Speravo di trovarlo lì, magari intento a preparare la
sua solita colazione.

Ma il silenzio che mi accolse quando raggiunsi il salotto fu quasi assordante.

Nessuna traccia di Kenan.

Nemmeno Ramos era lì, e per un attimo, mi sentii ancor più sola. Quel silenzio vuoto mi fece venire un leggero brivido, che non aveva nulla a che fare con la febbre.

Era assurdo come l'assenza di una persona potesse rendere un ambiente tanto freddo.

Stavo per prendere il cellulare dal tavolo per chiamarlo, preoccupata dal fatto che fosse già uscito senza svegliarmi, quando sentii il rumore della porta principale che si apriva con qualche giro di chiave.

Alzai lo sguardo, e lì, nel vano della porta, lo vidi entrare.

Aveva addosso un giaccone pesante e il cappuccio tirato su, e dietro di lui Ramos trotterellava felice, scodinzolando come al solito.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora