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"La vulnerabilità è il nostro punto di forza e di bellezza più profondo

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"La vulnerabilità è il nostro punto di forza e di bellezza più profondo."
-Brené Brown

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Nel sentire la sua voce, il cuore mi saltò in petto, ma feci del mio meglio per ignorare quella sensazione.

Mi voltai lentamente, cercando di mantenere uno sguardo neutro mentre i nostri occhi si incrociavano.

Sentii un brivido attraversarmi la schiena, un misto di sorpresa e qualcosa di più profondo che non volevo esplorare.

«Ma tu sei sempre ovunque?» chiesi, cercando di suonare irritata, nonostante la mia voce tradisse un leggero tremolio.

Un sorriso si aprì sul suo volto, uno di quelli che sembravano nascondere mille significati.

«Beh, diciamo ovunque ci sia tu» rispose con un tono leggero, pronto a divertirsi osservando la mia reazione.

Sospirai, cercando di non fargli capire quanto mi agitasse la sua presenza così improvvisa.

«Sto aspettando Sara» dissi, mantenendo la mia voce ferma «è andata via un attimo fa»

Kenan si avvicinò di un passo, riducendo la distanza tra di noi, il suo sorriso si fece ancora più largo, illuminandogli il volto con un'aria quasi divertita.

Poi ridacchiò piano, scuotendo la testa come se stessi dicendo qualcosa di terribilmente ingenuo.

«Sara non tornerà. È con gli altri... dovresti capirlo che ha fatto tutto apposta per lasciarci da soli» fece spallucce.

Sentii un misto di irritazione e incredulità «Cosa? L'ha fatto apposta?»

Lui annuì, senza smettere di fissarmi, gli occhi che brillavano di un'intesa che non volevo ammettere.

«Dai, non fare quella faccia. Lo sai com'è fatta Sara» aggiunse con un tono di voce più morbido, come se volesse calmarmi.

Rimasi ferma un momento, incerta su cosa fare. La tentazione di andarmene era forte, ma c'era qualcosa in lui, qualcosa nel modo in cui mi guardava, che mi teneva ancorata al pavimento.

«Gli altri chi, poi?» chiesi, notando che non fossi a conoscenza di quel particolare.

Kenan mi tese la mano con un sorriso più dolce questa volta «Dai, andiamo. Ti ci porto»

Lo guardai con un'espressione di sfida «Scordatelo, Kenan. Non ti darò mai la mano» risposi con tono tagliente, allontanandomi di un passo, come se stesse per avvicinarsi troppo.

Sentivo la tensione crescere, la sua presenza così vicina che quasi mi faceva sentire debole, come se il mio corpo stesse per cedere da un momento all'altro.

Kenan non sembrò turbato dal mio rifiuto, anzi, il suo sorriso si fece ancora più sicuro.

Si piegò verso di me, abbassando la voce fino a un sussurro, quasi a sfiorarmi l'orecchio «potresti, almeno per stasera, non essere così stronza?» provò di nuovo a porgermi la mano, questa volta con un misto di provocazione e dolcezza.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora